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Archive for settembre 2023

Ne vedo tanti. All’infinito.
Mi sfrecciano accanto tronfi come rospi obesi, nei loro corpi però, il più delle volte, snelli ed adatti.
Sono orribilmente adatti. Adatti alla prosopopea e all’incuranza dell’individuo alfa di ogni branco.
Perché sono prepotenti. Sono inseriti come fogli impalpabili in ogni settore di questo stratificato antropocene.
Sono inalienabili.
Sono alla guida di automobili costose e laccate, lucide come le loro pelli abbronzate e le facce di ceramica che non si piegano mai abbastanza al sorriso o alla smorfia. Sono alla guida di imprese commerciali, industriali, nazionali. Dove migliaia di vermi senza potere contrattuale si agitano tra le loro mani sgraziate da macelleria sofisticata.
Se ne fottono, sempre.
Perché le regole, e si sa, sono valide solo per chi le rispetta. Per quel branco di agonizzanti sfigati che non riescono a far fronte alla sospensione dell’incredulità.
Nel grande inganno globale loro sanno benissimo che è tutto un inganno, un teatro costruito su misura per il bestiame vagamente autocosciente che devono sfruttare.
Tagliano le curve. Ignorano le precedenze.
Comprano le Audi.
Impegnati sempre, e con grande disinvoltura, in quel gioco di ostentazione e violenza che è il farsi strada nella società.
La società.
Io sarei socio di questi?
Io sono “sorcio” al massimo.
Sono una creaturina che non fa abbastanza pena; da infilare in un labirinto, giusto per vedere cosa farà.
Quanto riuscirà a soffrire, prima di crepare, levando il giochino agli orribili figli di puttana che l’hanno progettato.
Perché loro possono. Loro fottono. Loro sballano.
Loro si abbronzano e si tatuano. Si vestono bene.
Fottono i sottoposti sui quali avrebbero una enorme responsabilità, fottono i soci ai quali dovrebbero lealtà, fottono i clienti a cui dovrebbero affidabilità, fottono i fornitori a cui dovrebbero liquidità.
E tagliano le curve.
E fanno sorpassi da far bestemmiare un ricettacolo di santi.
Perché per loro le regole non valgono.
Quelle della società, quelle decenza, quelle dell’umiltà, quelle del buon senso..
Non vale niente se non il culto della propria personalità, il delirio di onnipotenza, l’illusione di eternità dato dal brivido del potere esercitato senza alcuna conseguenza, senza alcuna responsabilità.
Il mondo è il loro cesso, il self service, il postribolo donato a loro dall’universo.
E aumentano.
Ora, nella mia assoluta condizione di impotenza e sostituibilità posso solo, ogni volta che le nostre strade si incontrano, masticare amaramente la mia maledizione.
Che è sempre la stessa, ed è la più perfida, la più spietata, la più rivoltante.
E ne sono conscio perché tra ogni alba ed ogni tramonto la provo sulla mia pelle.
Il peggior augurio che si possa fare ad un altro essere vivente:
“VI AUGURO DI FARE LA MIA VITA”
Che voi possiate capire sempre tutto, assolutamente TUTTO, anche il nascosto, l’irrilevabile ed il non manifesto, senza mai poterci fare assolutamente niente. NIENTE. Possa l’inesorabile mano della totale impotenza farvi gustare tutto il terrore di ogni pericolo variegato alla consapevolezza di non avere arma alcuna per fronteggiarlo.
Che voi possiate desiderare sempre tutto senza mai avere la possibilità di ottenerlo. Possano essere i vostri desideri violenti, brucianti, altissimi come lo sono i miei. Possano essere come quelli dei bambini.
Da tale violenza sarete a vostra volta travolti quando saranno inesorabilmente, incontrovertibilmente disattesi.
Che siate sempre richiesti da chi non vorreste affatto tra i piedi. Possa la stirpe immortale dei rompicoglioni e dei noiosi infestarvi l’esistenza come piattole in un pube mai lavato.
Che siate sempre mediocri in ogni vostra espressione creativa.
Non pessimi, mediocri.
E che siate voi stessi il giudice che vi irride, che vi sbeffeggia, che vi ridicolizza di fronte ad una evidenza che sarà palese solo a voi.
Che possiate ingrassare a caso, anche bevendo acqua minerale. Che ogni specchio vi vomiti compiaciuto l’immagine dell’ominide irsuto, sgraziato e antiestetico che la natura ha assegnato proprio a voi, anche nel caso dimagriste con metodi considerati estremi financo dai monaci Shaolin.
Che siate eterei, spirituali, trascendenti e onirici e al contempo cinici, atei, realisti e con un rasoio di Occam piantato in ogni pupilla. Così che possiate sognare il mondo come potrebbe essere e dobbiate patire il mondo per quello che è.
Che le persone con cui fareste il miglior sesso vi vedano come grandi amici.
Che facciate una vita di merda ma non abbiate mai abbastanza ragioni per potervene lamentare.
Perché, oltretutto, quelli che stanno peggio di voi verranno usati per tacciarvi di petulanza e pessimismo e, in larga sintesi, anche nella hit-parade della sfiga voi non vi piazzarete comunque sul podio.
Che tutto ciò sia immodificabile, a prescindere dalla vostra ferrea volontà, dal sovrumano impegno e dalla costanza che impiegherete nel tentare di scardinare le regole universali che vi crocifiggono al vostro fottuto, grottesco personaggio.

(rullo di tamburi. Gran finale…)

Che siate completamente e universalmente antiaderenti al denaro.

(sipario)





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