Il caos regna.
Ed il caos non è malvagio, come spesso si tende a pensare, il caos è caos, quindi non possiede nemmeno una volontà volta al detrimento altrui. Il caos è semplicemente la quintessenza di ciò che potrebbe essere una forza divina in questa realtà: la più pura noncuranza.
Come forza sottile ed impalpabile, ma presente nondimeno, essa governa comodamente gli eventi del mondo materiale attraverso il più puro ed inespressivo non-governo concepibile.
Il nostro sforzo di fede è quello di partorire difficoltosamente l’illusione che vi sia invece una regia occulta, un tribunale invisibile ascritto ad entità altrettanto invisibili ed irrilevabili che comporranno con una sorta di colla di significato i cocci dovuti alla distruzione da parte della casualità imperante.
Ciò è consolatorio, concepibile e compassionevole da parte dell’uomo nei confronti di se stesso.
Cionondiméno …. è errato.
Poniamo che qualunque essere vivente su questa terra abbia per natura il medesimo obiettivo: trovare i frutti migliori, caduti dai rami migliori all’ombra migliore dell’albero migliore che si possa supporre esistere.
Supporre che ciò non corrisponda a verità per alcuni soggetti “particolari” è nuovamente menzogna.
Ho visto frotte di organismi “particolari” schifare a parole ciò di cui si sarebbero voracemente riempiti bocca potendo. Non intendo escludermi da tale schiatta, sebbene io tenda ad inseguire la sincerità nella maggioranza dei casi. Ma posso aver mentito a me stesso più che a coloro che mi circondavano in più di un’occasione.
Comunque sia, ovviamente, sotto quel famoso albero archetipico non ci possono stare tutti.
Quindi chi sarà il fortunato a pascersi del frutto migliore sotto l’ombra paradisiaca?
Il termine “fortunato” non è stato digitato a caso ne posto a caso nella frase specifica.
Perchè si tratta proprio di ciò che in province di più latino nerbo viene conosciuto popolarmente come il famoso “Bucio de culo”.
In una dimensione fisica dominata dal puro caso è piuttosto utopistico supporre che con il duro lavoro, la ferrea tenacia ed il luminoso merito ci sarà garantito il nostro albero delle meraviglie….
Ne ho visti a frotte, sono stato uno di loro più e più volte: i cavalieri senza macchia in scintillante armatura che, aprendosi al strada tra mille insidie e distanze, arrivano ad una spanna dall’obiettivo e coperti di sudore, sangue e polvere si vedono portare via il tesoro da tizi con le mani in tasca, sandali e pantaloncini corti, che passando distrattamente sul punto nevralgico della cerca si trovavano per puro caso tra le mani un tesoro inaspettato.
C’ero, non me lo hanno raccontato.
E il tizio che passa li per caso non sta a chiedersi il perchè di una botta di culo, o dove inizia la fila del merito.
Quello si siede e prende posizione, mangia più frutti perfetti che può e in culo all’universo.
In culo al merito.
In culo all’eroismo.
In culo alla capacità.
In culo al significato delle cose.
In culo a chi stava combattendo per il medesimo premio.
In culo: statisticamente il risultato più probabile di qualunque sogno o impresa.
Voglio sottolineare di non essere tra coloro che giudicano il fortunato come colpevole, ne gli addosserei la colpa di rifuggere ciò che ogni essere vivente agogna per puro spirito di giustizia universale.
Assolutamente no, nemmeno io sono così pazzo. Quindi credo non ce ne siano altri in grado di fare cose del genere. io stesso potendo, lo farei. Magari con un bel rimorso, ma meglio che il rimpianto.
Prima di essere tacciato di pessimismo cosmico, as usual, vorrei portare come prova a supporto della teoria caotica che espongo proprio lui: IL COSMO.
Visto che la filosofia è dopotutto considerata opinabile, mentre la scienza è nella maggior parte dei casi considerata inattaccabile, bene… affidiamoci alla scienza!
Secondo la scienza: per PURO CASO masse di polveri ed elementi chimici si sono trovate alle giuste distanze siderali, per PURO CASO si sono mutate in pianeti e stelle e per PURO CASO su uno di essi è nata la vita che si svolge (incredibile a questo punto, non credete?) PER PURO CASO.
Ah ma non si sa, è una teoria, questo non esclude… ma forse ma forse…
Ah, ma così è comoda: è sempre vero e certo solo ciò che sia consolatorio, solo ciò che chiuda l’equazione e la bilanci, solo ciò che sia psicologicamente meno terribile da affrontare.
In ambo i campi per giunta: fede o scienza. Intercambiabili anche se in opposizione alla bisogna.
Spizzichiamo e sbocconcelliamo secondo gusto personale, non atteniamoci ai fatti.
Con tutto ciò, comunque, lungi da me supporre che abilità o determinazione non inficino in alcun modo la realtà. sono ben certo dell’importanza di tali elementi, solo che, dopo anni di osservazione del mondo…devo ammettere che sono misure di supporto, non misure determinanti.
In un universo caotico, prima o poi, sul lasso di tempo infinito… accade ogni possibile cosa.
E’ solo questione di tempo.
Quindi in una congiunzione astrale particolarmente allineata, in remote alchimie di eventi che a livello statistico si riducono a cifre irrilevanti è certo che ogni tanto un meritorio si godrà il suo amato tesoro.
Accade, non lo posso negare.
Il problema è che non accade come dovrebbe.
Non è una conseguenza causale, è un puro e semplice momento miracoloso dovuto più al caso che al merito.
Se gli elementi fossero andati al posto giusto sarebbe accaduto anche senza merito.
E se ne vedono, se ne vedono a carrettate di imbecilli senza alcuna abilità o virtù con in mano i migliori scrigni di meraviglie.
Dicono che tutto si paghi e per taluni è incontestabile. Ma è vero anche che per altri non si paga niente.
Non si sa come cazzo facciano, ma sbatacchiando qua e la, sbracciando e berciando sconclusionatamente…riescono comunque sempre ad avere la pancia piena ed il culo al caldo.
Per eccesso di buonismo da parte delle forze superiori che dovrebbero invece ,giustamente, bastonarli come la canapa, per aiuto insperato da parte della fortuna, per la mera virtù di essere le persone giuste nel momento giusto.
Essere le persone GIUSTE nel MOMENTO GIUSTO.
Ecco tutto ciò che è richiesto, è nella vulgata dall’alba dei tempi.
E come si fa ad essere questa persona che fa da chiave di volta a tutta la struttura?
A me par che ci voglia del culo.
Essendo che io del culo ne ho sempre avuto ben poco è innegabile che codesta parte le sa mi bruci parecchio.
E non c’è modo di combattere il fatto di NON AVERE CULO.
E’ una bella idea romantica quella che il lavoro e la fede possano ribaltare le sorti del caso.
Ma il caso mica è maligno, mica ci tiene, mica fa OPPOSIZIONE. Non è un ostacolo che si frapponga volontariamente tra noi e l’albero delle delizie.
Al caso frega sega di noi (come a Dio, quindi Dio ed il caso… fate voi..) non ha mente ne coscienza ne intenzione.
Come combatti una forza che permea ogni aspetto dell’universo in cui sei imprigionato ma che non esiste a tutti gli effetti?
Non combatti. O se sei scemo come me combatti tutti la vita, per il gusto di morire con i denti limati a forza di stringerli e digrignarli.
Perché non riesco a fare come i più saggi che accettano tutto questo con filosofia molto orientale o come gli imbecilli che coprono questo orrore planetario con una densa cortina di significati fittizi e profezie autoavveranti.
Eppure non riesco ad arrendermi.
Non riesco a darmi la pace del bovino, la tranquillità dell’animale.
Vivo in continua contrapposizione con il senso più profondo del flusso della realtà, mi inalbero e sono costretto alla sconfitta senza onore delle armi.
Perché sono sconfitto in partenza se ogni mio sforzo non può incidere in maniera sostanziale sull’equazione. Se sono irrilevante.
Godo molto di più a mandare tutto a puttane quando le cose sembrino essere andate miracolosamente al proprio posto.
Provo una soddisfazione infantile nel mordere il succoso frutto dell’albero delle delizie e sputarlo dicendo che mi fa schifo.
Perché non con il merito il più delle volte l’ho conquistato e non senza merito il più delle volte non sono stato in grado di raggiungerlo.
Mi accusano di non essere mai contento. E’ vero.
Né mai lo sarò se non alle mie condizioni.
Io sono un angelo caduto.
Me ne fotto di come Dio abbia concepito il mondo, a me pare fatto a cazzo.
E come lui non cesserò la mia opposizione, seppure inutile, seppur silente, seppur folle.
Ma inesorabile.