L’una e venti di notte. Non ho sonno. Cyberpunk 2077 ha ingoiato tutte le mie voglie e tutte le esigue pulsioni rimastemi. Non c’è più niente del mondo reale che mi scuota più di un alito di vento. Nemmeno questo virus.
Questo virus del cazzo.
La situazione della realtà è talmente surreale che l’ultimo videogioco di punta, appena uscito, risulta tutto sommato più credibile.
E lo è da quasi un anno. Mesi e mesi di bollettini di guerra, con conta dei cadaveri e degli appestati. Con caccia all’untore e paralisi sociale.
La follia, quella umana, è sempre stata e sarà sempre il virus più tremendo che imperversi su questo pianeta.
La nostra attrazione per la necrofilia non è assolutamente un dato sorprendente, né nuovo.
I telegiornali che sono stato costretto a vedere per vent’anni (quando il padre padrone non ammetteva eccezioni) erano pagine grandguignolesche grondanti sangue, cadaveri, efferatezze e crudeltà.
Cose sublimi come un corale di Bach vengono trasmesse una volta al giorno su un unico canale (ma mica tutti i giorni).
Cose bestiali come i telegiornali vengono trasmessi tre, quattro volte al giorno su ogni canale mediatico.
Anche questo ci fa un gran bene all’anima.
Ci piace contare i morti, è la cosa che più amiamo. Forse perché inconsciamente sappiamo che finché siamo tra quelli che contano non siamo ancora nella pila dei corpi in putrefazione.
“Quelli che contano”… ecco perché tutti vorrebbero essere tra loro.
Mi ha fatto gioire, personalmente, tutto questo casino. Davvero.
Per un malmostoso nerd antisociale che sogna solo di vedere la fine dell’umanità era un ottimo inizio.
Ma poi non è andata come doveva andare.
Non è stata (fino ad ora, almeno) la peste del ‘300. Non ci siamo ritrovati vivi in un terzo con il triplo delle risorse e una bella fetta di rompicoglioni fuori dalle palle.
Siamo sempre gli stessi, dobbiamo fare le stesse cose di prima, ma non ci riusciamo nemmeno più.
E si che le cose che facevamo prima erano già un casino, ed era un casino farle.
Perché nella nostra furia di regolamentare tutto creiamo regole su regole, regole che richiamo altre regole, regole che eludono altre regole, regole che regolano altre regole, regole che non ammettono regole.
E’ tutto un grande circo di tentativi per ordinare il caos dell’universo con un coltellino svizzero e due dadi da sei.
Così da un anno ci basiamo su dei dati per decidere come vivere peggio una vita che già faceva cagare ai cani.
Contiamo i morti. E per evitare che i morti salgano chiudiamo in gabbia i vivi.
Cosa facciamo, andiamo avanti così per l’eternità?
Finalmente si è materializzato nella realtà quello che sostenevo da una vita: non sono le sbarre a fare la prigione.
C’è un emergenza, siamo tutti d’accordo. Più o meno nefasta di quanto si sbandieri, questo non lo posso sapere, ma non credo lo sappiano nemmeno quelli che analizzano la pila dei cadaveri. C’è, va bene.
Abbiamo fatto di tutto per scongiurare l’emergenza, ma l’emergenza ce lo sta sbattendo allegramente tra le natiche, pare.
Quindi?
Che si fa?
Ci muriamo dentro i nostri appartamenti per il resto della nostra vita?
Facciamo morire di fame tutti quelli che hanno perso l’attività con cui l’economia di merda li aveva costretti a campare?
Facciamo crescere una nuova generazione senza che abbia mai toccato un abbecedario o visto la luce del sole?
La morte fa paura, certo. Ma c’è morte e morte a quanto pare.
Mentre metà mondo si prendeva a fucilate o machetate noi continuavamo tranquilli a servire pizze, fare concertini, gavottare all’aperitivo e trovare da scopare su Tinder (ma voi…ci riuscite??).
Mentre altri morivano a cumuli, senza virus in mezzo alle palle.
Erano meno morti di noi? E nessuno faceva un cazzo. Anzi si lavorava perché la situazione rimanesse ben stabile.
Negli ultimi cinquant’anni nessuno ha ancora capito un cazzo di come curare il cancro.
Metà delle persone che ho conosciuto sono morte di cancro o l’hanno avuto.
Ma non ha mai influito sulle nostre vite.
Non ci è mai stato proibito di andare a puttane o a sciare perché qualcuno moriva di cancro e bisognava fare qualcosa tutti insieme. Spendere le risorse planetarie per far cessare i conflitti o curare malattie che seppellivano una fetta molto più consistente della popolazione di quella attuale che crepa di raffreddore.
Ci siamo cagati addosso tutti insieme in un concertato momento di isterismo terrestre simile a quelli che avvengono nelle sale delle borse finanziare, e che uccidono non meno di questo.
Beh, la follia sta da una parte nel volere arginare il fumo soffocandosi con un sacchetto di plastica, dall’altra sta nel fottere la vita a tutti per proteggerla a tutti i costi.
Se uno sale su un palazzo e si butta di propria volontà alla società non deve fregare niente. Uno in meno che mangia.
La società deve impedire che qualcuno possa prenderti, portati su un palazzo e lanciarti di sotto CONTRO la tua volontà.
Qui si sclera e si vomitano soluzioni a cazzo di cane perché ci si trova di fronte ad una minaccia invisibile, silenziosa e potente. Un nemico al quale non si può sparare.
Ed ecco fottuta la strategia umana degli ultimi diecimila anni per trattare con i problemi: distruggerli.
Beh umani fateci pace con questo concetto: ci sono problemi che non si possono far saltare in aria, bisogna accettarli, conviverci e, se si può, sopravvivere ad essi.
Tutto questo casino non serve a impedire che la gente muoia, perché come già è chiaro da sempre non frega niente a nessuno di quanti ne muoiano, a prescindere dalla causa, altrimenti i libri di storia sarebbero un elenco di scoperte e non di guerre.
Tutto questo teatro serve solo e unicamente a non mandare a puttane il servizio sanitario degli stati.
Perchè il servizio sanitario è una cazzo di industria (in origine forse no, ma oggi si), e l’industria è fatta di costi e guadagni. E come qualsiasi industria finché guadagna sono cazzi di chi ne è proprietario, quando perde troppo … magolamagamagia sono cazzi di TUTTA LA SOCIETA’.
Quindi è la società che non deve ammalarsi, non è chi guida la società a non dover essere in grado di gestirne i picchi.
Quindi facciamo regole perché accada l’impensabile: la gente smetta di vedersi e toccarsi.
VEDERSI E TOCCARSI.
Se andiamo solo un passo più indietro sulle pulsioni basilari degli esseri viventi rimane solo RESPIRARE.
E che le regole valgano per tutti, mi raccomando, perché salveranno tutti.
Riassumendo dopo i primi undici mesi di alternanza tra seppellitevi-in-cantina e fate-il-cazzo-che-vi-pare la situazione è la seguente:
mentre io devo lavorare il triplo conosco gente che non può lavorare da mesi e tantomeno sa quando potrà di nuovo farlo. Mentre io non posso vedere la mia ragazza perché vive da sola a tre comuni di distanza e fa tamponi ogni due settimane (tutti negativi) c’è gente che sbrocca perché vuole sciare in Austria.
In Austria? Io non posso uscire dal comune e lui deve andare a sciare in Austria?
Le regole a cosa sono servite?
Le regole, come sempre, sono pezze che mettiamo sulla diga che argina la merda che si sta sgretolando inesorabilmente. Perché non ne abbiamo idea, di nulla, solitamente, delle cose che abbiamo sotto gli occhi da millenni. Figuriamoci un fatto inaspettato!
E non possono valere le stesse regole per chi le rispetta e per chi se ne fotte.
Io ho sempre usato la mascherina. Mi sono sempre disinfettato le mani. Non sono andato in vacanza in luoghi affollati, non sono nemmeno più entrato in pub o in un cinema da undici mesi.
Perché quest’estate erano tutti al cazzeggio?
Perché le regole che valgono per il comune di un paesino di cento anime sono le stesse che valgono per una megalopoli di milioni di abitanti?
In una metropoli, se non puoi uscire dal comune puoi comunque organizzare un orgia con scambio di fluidi corporei tra migliaia di persone, se ti va (prego invitare anche me stavolta).
Perché fate finta che vogliate proteggerci quando non ci avete protetto per un secolo da: due guerre mondiali, dalle stragi degli anni di piombo, dall’epidemia di Aids, dalla malavita organizzata e dall’oligarchia del più furbo?
Perchè dovete mettere regole da prigione federale per un’influenza (per quanto letale) quando ve ne strabattete il cazzo dei danni continui, atroci, efferati ed impuniti di un’economia mostruosa e spietata?
Non siamo nel medioevo. Non si possono chiudere le porte della città per poi riaprirle dopo qualche mese e fare la conta dei sopravvissuti.
Perchè il mondo che avete creato, voluto e costruito non ha più porte! Questo esigeva la vostra economia del cazzo. E finché faceva vendere minchiate andava benissimo. Adesso no, ma non si può più tornare indietro di quattro secoli in un anno.
Siamo sempre gli stessi. Da migliaia di anni. E lo saremo anche nel futuro.
Cyberpunk me lo insegna.
Il virus che ci flagella ha come unico intento la propria sopravvivenza anche a costo della nostra.
Noi abbiamo come unico intento un’utopica scalata all’onnipotenza a costo della sopravvivenza di chiunque e anche della nostra su questo pianeta.
Siamo più feroci e insensibili del virus, presi come razza (i singoli ovviamente non contano un cazzo).
Qui il problema non è più il problema. Il problema sono le soluzioni che adottiamo per risolvere i problemi. Che creano SEMPRE più problemi del problema originale.
Si sta creando una massa critica in grado di far collassare l’economia, la società stessa.
Se questo avverrà procurerà molte più sofferenza e morti di quante ne avrebbe provocate il virus se ce ne fossimo francamente infischiati.
Perché la struttura della società umana nella quale vivevamo era una vera MERDA, ma non sappiamo immaginarci altro, non siamo preparati.
Quindi sarà il caos e, come dice giustamente Asimov :” il caos derivante dal crollo di un sistema, per quanto orribile possa essere stato, sarà molto più orribile e molto più duraturo del sistema originario”.
Sono le due di notte. Non ho sonno.
Fuori è freddo, qui dentro sudo in maglietta.
Anche la stanza in cui sono al momento è un costrutto virtuale che abbiamo creato per separarci dalla realtà.
Va bene. Starò qui dentro. Da solo.
Giocherò ad una storia virtuale dentro una tana virtuale mentre fuori il mondo andrà in pezzi o ci farà a pezzi.
Moriremo di depressione e pazzia pur di fottere un nemico che probabilmente ignora del tutto la nostra esistenza.
Sarà una grande vittoria.
Andrà tutto bene… per i virus.
Che cazzo stiamo facendo?
dicembre 18, 2020 di silverdragon77
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