Purtroppo mi tocca di ammetterlo. Benché mi faccia particolarmente schifo, il mondo in cui viviamo attualmente è uno dei migliori che potessero capitarci. Storicamente è difficile trovare un’epoca in cui l’essere umano abbia potuto muoversi con tale rapidità, sicurezza e disinvoltura, abbia potuto essere così coccolato dai prodigi della tecnica e si sia sentito, nonostante tutto, pronto ad ingoiare il futuro.
Quello che chiamavamo “il dopoguerra”, nella nostra vecchia e cara Europa, è diventato lo standard. Voltandosi indietro (o voltando una pagina a caso di un libro di storia) il “dopoguerra” è stato praticamente sempre, perché più di settant’anni senza sfracellarsi a cannonate non si sono quasi mai verificati.
Quindi una roba che mi fa ribrezzo, devo anche considerarla una monumentale botta di culo.
Avrei potuto nascere schiavo, servo della gleba, minatore in Gran Bretagna o semplicemente usuale contadino pronto a diventare carne da cannone prima di aver conosciuto il calore di una donna.
Certo, il discorso è valido solo per il nostro mondo occidentale. In buona parte del resto del mondo la situazione non è migliore di quella di un pezzente medievale.
Ma a noi che ci frega? Stiamo dalla parte di quelli grossi…
Invece, ci frega.
Perché da che mondo e mondo l’uomo non ha mai retto il mondo.
L’essere umano ha sempre cercato, trovato ed abusato di qualche sostanza psicoattiva per stordirsi quel tanto che bastava da cancellare la percezione della realtà. E non è un fenomeno casuale, limitato o di portata irrisoria.
E’ sistemico.
Nella Bibbia stessa scorre alcol a fiumi, anche per i grandi patriarchi e (qualcuno dice) anche per qualche “divinità”.
Gesù stesso ha scelto il vino per simboleggiare il proprio sangue. Non il succo di mirtilli, non la spremuta di arancia: il vino.
Gli indiani d’america (poveracci..) che erano una delle poche culture sobrie del pianeta sono stati devastati dall’effetto dell’alcol, che noi europei abbiamo gentilmente offerto, prima che i colpi delle gatling finissero il mesto lavoro.
Ed eccomi qui, alla crisi di mezza età, con la consapevolezza di essermi drogato sempre TROPPO POCO.
E qui, il grande interrogativo: di preciso, quale sarebbe il vantaggio del muoversi in un mondo pericoloso, esigentissimo (non sono ammessi errori, pena: perdi tutto ciò che hai), spietato e prontissimo ad incularti alla prima occasione…. con la mente ottenebrata che non capisce un cazzo?
Sinceramente è una domanda che non ho mai smesso di pormi.
Ora, non essendo astemio o moralista da questo punto di vista non ne faccio una questione etica. Fosse per me si legalizzerebbe ogni tipo di droga concepibile, ci si pagherebbero le tasse sopra e se ti causa dei danni CAZZI TUOI.
Cosa che già accade per il tabacco e l’alcol senza che si aprano le nuvole e Dio ci flagelli di saette.
Sinceramente io stesso amo follemente una bella serata di baldoria con gli amici, sbronzarmi fino a non sentire più le gengive e metterci due giorni a ritrovare il duodeno..
Ma quella è una bella serata dedicata, pensata e pianificata allo scopo di “per qualche ora non voglio più capire un cazzo”.
Morta li. Da domani si ricomincia come sempre con le rotelline del cerebro che vanno per gli affari loro sbattendosene di me ma che almeno sono pronte all’uso.
Quello che non capisco e un pò temo è l’abitudine sistematica allo stordimento neurale.
Se per qualsiasi motivo, durante il lavoro, ingerisco un bicchiere di alcol (anche di scarsa gradazione) e la mia mente molla il colpo per un secondo… sono inutile per il resto della giornata.
Eppure c’è gente che lavora bevendo, stroncandosi di canne, pippandosi le nevi del Kilimangiaro, ingoiando barbiturci come caramelle alla menta.
Come fanno?
Ora, il principio fondamentale per cui “il mondo è una merda, sta merda non la reggo e ho bisogno di qualcosa per obnubilare la percezione” lo capisco.
Il problema, mi pare, è che l’effetto sia lo stesso del fine settimana dopo cinque giorni di lavoro: aiuta, MA COL CAZZO che risolve.
Ecco, io, nel mio misero modo di vivere non riesco a concepirlo.
Non bevo nemmeno una birra se sono da solo, che mi viene la malinconia, perché bere da soli non è come masturbarsi, per me.
Masturbarsi non è un sostituto disperato del sesso. E’ un’altra cosa, insostituibile, tra se stessi e se stessi.
L’alcol in solitaria no, per quanto mi riguarda.
Senza l’alchimia delle facce, dei lazzi, delle trovate, delle minchiate dei miei storici amici la sbornia è come una testata contro il muro della disperazione per quanto mi riguarda.
Si, anche io non sopporto il mondo che mi circonda, forse lo sopporto meno di quanti ricorrano da ogni tipo di artificio cerebrale per smettere di ricordarsene. Eppure trovo che sia più saggio essere mentalmente lucidi.
Forse che sia il mio indistruttibile slancio verso il martirio che mi costringere a bere tutto l’amaro calice senza il sollievo di tapparmi il naso?
Forse una smania da maniaco di controllo illuso di poter sempre porre una pezza sulle falle dell’universo se rimane abbastanza attento e scattante?
Forse è solo il mio organismo, che va per i fatti suoi, ed ultimamente non mi concede nemmeno una sbornia decente.
La mia mente fa muro. La mia mente non accetta di essere messa da parte. La mia percezione vuole sapere, vuole sempre essere all’erta, attenta.
Ero uno di quei bambini che non ha mai ficcato la testa sotto le coperte quando aveva paura nella notte (e ne avevo!).
Per me non sapere era più atroce che sapere. Avrei preferito vedere un mostro incedere verso di me, sbavante e ruggente piuttosto che attendere sotto il lenzuolo l’artiglio letale.
Quindi, in fondo, se per gli altri funziona (e direi che funziona bene per una gargantuesca fetta di umanità) forse… provo una punta di invidia.
Perché ad alcuni di noi non nemmeno concesso staccare la spina un attimo, trovare conforto in una scappatoia, per quanto temporanea dall’orrore incessante che ci circonda.
A parte qualche cannetta non ho mai provato alcuna droga seria. E non mi sento sollevato, mi sento IGNORANTE.
Perchè non ho idea di quale effetto benefico o malefico avrebbero su di me sostanze più potenti della canapa seccata.
Questa virtù che mi scende sul capoccione dall’alto, che mi fa guardare storto le droghe, mi fa trovare ridicolo il gioco d’azzardo, e mi riempie di perplessità davanti alla prostituzione, mi ha tolto tutti i pilastri storici che hanno dato all’uomo nel corso dei millenni la possibilità di non suicidarsi felicemente prima della maggiore età.
Io non capisco e un po’ trovo degradante l’abitudine di spegnere il cervello.
I vizi sono pericolosi perché sono sempre sull’orlo di una ripida discesa. Basta un niente per trovarsi a rotolare verso il basso.
Però, anche questi magalitci “MAI” mi rompono veramente il cazzo, alla mia veneranda età.
Comunque sia ho già 29 nuove bottiglie di birra autoprodotta in fermentazione.
Che non so se mi spengerà la sinapsi, ma sicuramente farà fare gli straordinari ai miei reni….
Io e le Droghe
febbraio 24, 2021 di silverdragon77
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