Ed eccoci qui, all’ultimo giorno dell’anno.
I Maya non intendevano dire un cazzo, la chiesa se la prende sempre con i
ricchioni e mai con i ricconi, il governo fa impallidire la gestione civica
dello sceriffo di Nottingham, gli elettrodomestici continuano a rompersi, la
gatta continua a distruggermi il copridivano, i miei rapporti sociali sono
sempre più disastrosi e devo ancora aspettare un cazzo di anno per vedere il
drago Smaug.
In larga sostanza non è cambiato niente.
Ne cambierà da mezzanotte.
A noi umani piace pensare che il tempo sia scandito quanto ce lo immaginiamo,
pur sapendo noi stessi quanto sia elastico, il vecchio bastardo, come
materiale. Inoltre noi non siamo altro che un sistema di granelli di polvere in
mezzo ad una tempesta di sabbia e molto probabilmente le tempistiche dell’intera
tempesta non sono nemmeno concepibili per le nostre percezioni.
Indubitabilmente però, come ogni anno, mi tira il culo.
Il capodanno rappresenta per me l’archetipo della serata infernale, nella quale
ci si dovrebbe divertire ma la cosa non succede mai. Sfogliandoli con la mente
ho ricordi tra l’inutile ed il terrificante di questa ricorrenza, dalle case
estranee in cui venivo trascinato da piccolo con i miei genitori ai disperati
che si autoinvitavano a casa mia all’ora di cena, non avendo trovato
alternativa migliore ma essendosi presi fino all’ultimo minuto per cercarla.
Inoltre la mia brontofobia non ha mai legato con i botti. Ero l’unico bambino
impazzito di terrore durante i fuochi d’artificio, solitamente.
Eppure c’è anche una piccola novità, forse non fondamentale ma si spera almeno
incoraggiante:
Il 2012 ha perso la sua difficile gara con il 2011.
Dal 2008 ogni anno era riuscito a surclassare il precedente in maniera ineccepibile per quanto riguarda i
livelli di merda nei quali ero affondato.
Quest’anno si interrompe la catena, pur con tutti i suoi momenti down il 2012 è
riuscito a porsi come un anno equilibrato, esibendo persino sorprese
inaspettate e momenti quasi (mi raccomando QUASI) luminosi.
Non lo prenderò certo come motivo di speranza o promessa. Le nubi si addensano
sempre sul futuro, tanto da ricordarmi una famosa marcia verso Mordor.
Il mio paese cade a pezzi come una vecchia puttana che non si sia mai curata,
ed è superfluo fare i superiori mentre la terra frana sotto i piedi. I miei
occhi da Raistlin vedono già le cose cadere ed andare in rovina, il mio sguardo
implacabile scansiona il mondo senza tregua e trova i segni della fine in ogni
nuovo inizio.
Vedo già crepe dove gli intonaci sono ancora intonsi, vedo già paludi dove ora
scorrono limpidi ruscelli, vedo sforzi infrangersi come onde sugli scogli dell’impossibilità
e speranze dissolversi come nubi dopo tempeste di avversità…….
Ecco come la vedo io. La vedo una merda as usual.
Ed ora smetto di scrivere, che devo colorare ciò che è incolore, disegnare ciò
che è inesistente e distruggere i delicati rapporti che avevo messo in piedi.
Mi rimane meno di una settimana di ferie…. Sarà dura.
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