Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘minchiate’

Mappamuro

Buffo. Anzi fottutamente buffissimo.
L’ultimo mio delirio su questa pagina virtuale verteva sulla metafora dell’affresco e del muro.
Da due giorni sto dipingendo un muro, per la prima volta in vita mia, sto grafeggiando su un muro.
Probabilmente il termine “grafeggiando” non esiste, per questo descrive ancora più coerentemente il concetto.
Ma partiamo dal principio….
Il muro di camera mia, al secondo piano, con tutti i muri esterni che affacciano sul vuoto… fanno la muffa.
Diciamo che fanno la muffa nei punti in cui qualche mobilio vi sia appoggiato. Questo perché nella medesima camera è presente l’escursione termica più alta della galassia e di conseguenza gli stessi sbalzi di umidità. Inoltre dal 1932, credo, nessuno si è mai disturbato a sverniciare i muri. Ci sono vari strati di vernice tra cui una particolarmente fastidiosa : di quelle lavabili, applicabili a spruzzo, texturizzate. Pressochè una camera iperbarica con la stessa traspirazione di un blocco di ghisa.
Risultato: il mio muro, una volta spostato l’armadio sembrava quello di una segreta medievale molto trasandata. In certi punti era più nero della china da fumetti. Nel complesso un buon effetto sfumato, quasi un carboncino involontario e molto drammatico.
Son cose che saltano all’occhio.
La mia reazione è stata: FOTTERMENE.
Per la bellezza di dieci anni sono riuscito a fottermene.
Ogni donna che fosse entrata in quella camera ha alzato proteste di ogni tipo, dalle più timide e consiglianti agli ultimatum edil-sentimentali.
Io me ne sono fottuto.
Si fa male, morirò, mi scioglierà i polmoni, partorirò un alieno, cagherò funghi.
Fatto sta che me ne fotto. L’idea di pelare a spatolate quel muro mi rivoltava, l’idea di cartare la muffa inutile, già provato. In un cassetto ho ancora una brusca di ferro e i prodotti antimuffa che l’unica mia convivente mi aveva fatto pervenire convinta che la materia potesse cambiare il mio svacco in azione.
ERRORE.
Fottersene e coprirla con qualche poster a me bastava. In camera dovevo dormire e fotterci, e visto che la seconda ipotesi non si verificava così frequentemente potevo anche dormirci come preferivo: con la mia muffa.
E’ malsano?
E’ sciatto?
E’ irresponsabile?
Ne convengo.
Non andando io a troie, non drogandomi, non rubando, non uccidendo, non scialando, non maltrattando… beh è difficile trovare anche qualcosa per la quale insultarmi e rompermi i coglioni. Le donne in verità avranno ADORATO la mia muffa. Era una leva.
E io, me ne fottevo.
Ma tutto è cambiato questo Sabato. Stavo sdraiato sul letto verso l’ora di pranzo riflettendo sulla nullità della vita, sullo spappolamento di coglioni quotidiano dovuto alla vicinanza degli altri esseri umani, sulla crisi sociale globale e la crisi molto più preoccupante di tutti ciò che io conosca ed ami….compreso io…
mi sono voltato verso il muro.
L’ho trovato un affronto. Quel cazzo di muro…
Non per tutti quelli che me l’avessero detto, non per la salute, non per la bellezza, non per la “normalità”…
Lì c’era una cosa su cui potevo fisicamente sfogarmi. Potevo spaccare qualcosa di mio, che tanto era simbolo e baluardo delle cose che vanno a puttane solo per romperti i coglioni.
Volevo fare fatica, sudare, muovere i muscoli distruggendo qualcosa.
Per farla breve mi armo.
Mascherina spazzola ferrata, vestiario da lavoro, teli sui mobili e cartare. Cartare.
Spruzzare con i due flaconi di antimuffa, uno per mano, come un pistolero con due pistole.
Gli ho tirato addosso tutto a quel cazzo di muro.
La mia ira, la mia impotenza, la mia dura cervice e l’odio- amore per questa fottuta casa.
Il mio muro e la mia ira. Scontro di titani.
Dopo due ore non sentivo più le braccia, ero ridotto come una cotoletta umana di polvere, sudore e merda e il muro…. Il muro….
Il muro era un’opera d’arte infernale.
Benchè buona parta della muffa fosse venuta via ciò che rimaneva non era certo un muro bianco. Era un affresco di chiazze, colate, una texture da dipinto psicotico, una base gigeriana per incubi post-atomici.
Con un affascinante effetto anticato. Anticato da rovine, non certo da antiquario, e per questo per me ancora più affascinante.
Ho alzato il livello di sfida. Mi disarmo dalla spazzola e imbraccio la spatola.
Duro metallo tagliente.
Ed è in quel momento che la vernice inizia a staccarsi….
Come un stickers … in certi punti. In altri è fusa all’intonaco. Lo decide il caso dove viene via, è la forza del destino impressa sul mio muro nord.
Sotto la vernice che si stacca c’è una vernice verde militare… di cui nessuno ha memoria, ma c’è ed è intatta, pulita. Nessun segno di muffa.
Dopo un’ora ciò che vedo non è più affascinante… ha una sua personalità.
Sullo sfondo anticato-malsano si delineano macchie frastagliate di continenti misteriosi. E’ innegabile sembra la carta geografica di un mondo sconosciuto…..
Lascio passare il Sabato, mentre quell’immagine non mi lascia respiro.
Nel mio salotto campeggia già una mappa della terra di mezzo grande un metro per un metro.
Sarebbe folle. Sarebbe l’opera di un folle. Solo un pazzo farebbe ciò che io ho in mente….
Ma non resisto. Il mattino di Domenica mi vede già armato di pennelli e tempere acriliche.
Devo provare.
E lo faccio. Disegno una cartina geografica fantasy. Di un mondo che posso inventare io. All’interno di quelle macchie posso mettere ciò che voglio: catene montuose, laghi foreste, città, fortezze…
Perché no? Perché non fare una cosa folle???
Ecco la differenza. Una donna non avrebbe mai accettato di vedermi fare quello che ho fatto.
Per una donna il muro è bianco, in tinta unita, lindo, sano, rassicurante.
Per me è un mondo da inventare.
Certo, certo. Molte donne leggendo ciò griderebbero all’ingiuria per questa accusa così superficiale e generalizzata. Si, lo so.
Siete così dolcemente complicate che nessuno può sperare di capirvi.
Ma un fatto solo è inequivocabile, ed è quello che fa sbroccare le donne: il muro è mio e ci faccio il cazzo che voglio.
E se mai entrasse una donna e fosse entusiasmata dalla mia mappa, allora avremmo speranza di dialogo.
Chi mi prenderà per pazzo o per un maiale che si rotoli nella sua stessa merda avrà sicuramente tutta la mia stima, perché ciò corrisponde ad assoluta verità, ma sarà altrettanto superficiale e generalista.. e a me lontana, che tanto basta.
Io voglio che mi stia lontano tutto ciò che intralcia la mia fantasia..
E la mia pigrizia.
E i miei tempi.
Almeno tra le mura di casa
Perché in dieci anni avrei potuto farlo in OGNI momento… ma le cose non accadono quando gli uteri scampanellano o quando qualcuno lo abbia deciso. Le cose accadono quando accadono, se accadono e come accadono.
Magari la muffa si mangerà il mio mondo di fantasia, con il tempo…. E vincerà lei.
Ma mi sto divertendo. Divertirsi con un muro è quasi miracoloso.
Divertirmi da solo è quasi miracoloso.
Disegnare mondi, come essere piccoli dei isterici che si vendicano della propria impotenza.
E ogni sera coricarmi tra le stampe dei miei disegni e la mi mappa inventata.
Per me, d’ora in poi… i muri bianchi saranno solo possibilità. E’ cessata la loro linda funzione delimitante.
Puoi passare attraverso il muro…..

Read Full Post »

Ed eccoci qui, all’ultimo giorno dell’anno.
I Maya non intendevano dire un cazzo, la chiesa se la prende sempre con i
ricchioni e mai con i ricconi, il governo fa impallidire la gestione civica
dello sceriffo di Nottingham, gli elettrodomestici continuano a rompersi, la
gatta continua a distruggermi il copridivano, i miei rapporti sociali sono
sempre più disastrosi e devo ancora aspettare un cazzo di anno per vedere il
drago Smaug.

In larga sostanza non è cambiato niente.
Ne cambierà da mezzanotte.

A noi umani piace pensare che il tempo sia scandito quanto ce lo immaginiamo,
pur sapendo noi stessi quanto sia elastico, il vecchio bastardo, come
materiale. Inoltre noi non siamo altro che un sistema di granelli di polvere in
mezzo ad una tempesta di sabbia e molto probabilmente le tempistiche dell’intera
tempesta non sono nemmeno concepibili per le nostre percezioni.

Indubitabilmente però, come ogni anno, mi tira il culo.

Il capodanno rappresenta per me l’archetipo della serata infernale, nella quale
ci si dovrebbe divertire ma la cosa non succede mai. Sfogliandoli con la mente
ho ricordi tra l’inutile ed il terrificante di questa ricorrenza, dalle case
estranee in cui venivo trascinato da piccolo con i miei genitori ai disperati
che si autoinvitavano a casa mia all’ora di cena, non avendo trovato
alternativa migliore ma essendosi presi fino all’ultimo minuto per cercarla.
Inoltre la mia brontofobia non ha mai legato con i botti. Ero l’unico bambino
impazzito di terrore durante i fuochi d’artificio, solitamente.
Eppure c’è anche una piccola novità, forse non fondamentale ma si spera almeno
incoraggiante:
Il 2012 ha perso la sua difficile gara con il 2011.
Dal 2008 ogni anno era riuscito a surclassare il precedente  in maniera ineccepibile per quanto riguarda i
livelli di merda nei quali ero affondato.
Quest’anno si interrompe la catena, pur con tutti i suoi momenti down il 2012 è
riuscito a porsi come un anno equilibrato, esibendo persino sorprese
inaspettate e momenti quasi (mi raccomando QUASI) luminosi.
Non lo prenderò certo come motivo di speranza o promessa. Le nubi si addensano
sempre sul futuro, tanto da ricordarmi una famosa marcia verso Mordor.
Il mio paese cade a pezzi come una vecchia puttana che non si sia mai curata,
ed è superfluo fare i superiori mentre la terra frana sotto i piedi. I miei
occhi da Raistlin vedono già le cose cadere ed andare in rovina, il mio sguardo
implacabile scansiona il mondo senza tregua e trova i segni della fine in ogni
nuovo inizio.
Vedo già crepe dove gli intonaci sono ancora intonsi, vedo già paludi dove ora
scorrono limpidi ruscelli, vedo sforzi infrangersi come onde sugli scogli dell’impossibilità
e speranze dissolversi come nubi dopo tempeste di avversità…….
Ecco come la vedo io. La vedo una merda as usual.
Ed ora smetto di scrivere, che devo colorare ciò che è incolore, disegnare ciò
che è inesistente e distruggere i delicati rapporti che avevo messo in piedi.

Mi rimane meno di una settimana di ferie…. Sarà dura.

Read Full Post »

Mi è capitato uno scambio di battute sul faccialibro che mi ha fatto riflettere.
Ordunque, vi è questa pulzella che ripescammo dal gorgo del tempo, la quale già dai tempi di scuola brillava in quanto bellezza e (a quanto mi dicono) anche in simpatica follia.
Essa guadagnasi da vivere in quel del litorale mescendo i vari ammazzacristiani liquidi sulla linea costiera, godendo, io suppongo, di ottima vista marittima e gavotta sociale per me assolutamente inconcepibile.
Essa, devo dire, con il tempo parmi ancora più bella, anche se non so se gentile ed onesta, ma sul paragone filosofale ipotetico con altre cerebroglandi incontrate parmi assai sulla linea della virtù tiepida, dopotutto.
Essa affolla spesso i miei mesti sogni di vegliardo, nonostante l’impossibilità ben conosciuta di qualsiasi contatto autentico, il quale d’altronde, potrebbe essere unicamente disastroso per quanto riguardi qualsiasi mia pulsione onirica.
Vi è gran quantità di immagini della soggetta in questione sul libro delle facce, e per un esteta rinchiuso nel proprio delirio la visione di tal luminosa bellezza è sempre dardo ferente, gocciante di clamoroso corrosivo veleno (alè!).
Vedendo le recenti immagini delle di lei frequentazioni notai un simpatico riquadro in cui erano rappresentati due uomini di maschile schiatta, entrambi giovani manzi ben in saluta, con la differenza principale nelle fattezze fisiognomiche, in particolar modo ventrali.
Lo primo, in sfondo avea poggiata sulla piastra addominale una testuggine perfetta, quasi di scultorea proposizione e oltretutto un viso da Apollo che avrebbe fatto innamorare persino le defunte, anche se da alcuni decenni.
Lo secondo, poggiante sul primo piano, esibiva le rotondità della sua zona ventrale con furbesca espressione canzonatoria, ben sapendo, suppongo, che nell’immagine digitale il contrasto delle due forme ravvicinate sarebbe risultato ancor più evidente all’umano apparato oculare.
Or mi venne, come sempre per mia disgrazia, di porre mia voce nel commentario sottostante, proprio sotto quella dello amico Bardo il quale poneva questione sulla veridicità materiale dello soggetto tartarugato sul fondo.
Ed io dissi così che se quello dietro era finto, quello davanti era felice.
Mentii, sapendo di mentire.
La pulzella, che io avrei giurato ignorar lo mio blaterale ribattè con piglio giustiere che la stessa energia da me posta nel ripulir piatti di pasta e boccali di birra dallo soggetto in questione era posta nell’esercizio fisico che tanto scultorea rendeva la di lui figura.
E se la sua era scultorea sicuramente, la mia era di merda.
Ancor lo feci, o mia disgrazia ed infamia.
Tanto e tale è la mia boria che ignorar li fanti per stuzzicar li santi mi è pane quotidiano, pur se raffermo.
E allor dichiarai lo silenzio, che tale e tanta era la mia vergogna per aver messo mano a ciò che più non posso da dover posar l’armi immediatamente e vestire di nuovo i miseri panni sacerdotali.
Mi chiedo, pur con grande interrogazione, quanti e quali e quanto scultorei e, ovviamente ben più di me, esteticamente  regolari organismi essa dovrà ogni vespertino marittimo momento conoscere e frequentare.
Che a volte me li vedo, nelle immagini del libro delle facce e non mi paion così tristi e mesti per nulla, che anzi, oltre che luminosi fisicamente mi par tale anche l’angolo preso dal di loro apparato labiale o lo lume oculare che si affaccia dalle digitali riproduzioni….
Così ho ficcato la penna nella bocca dello drago che sempre mi perseguita, nella fornace orale dello demone vermiglio, nell’antro della doglia: lo senso estetico.
Già esso per me è fonte di quotidiana pena e crocifissione al solo rapportar me stesso con l’orrido speculo latrineo, ma anche tarlo corrosivo per alcuni rapporti che dopotutto stavano sui piedi loro.
Allor che devo dire?
Ben mi sta. Mi fu bacchettata la mano stessa con la quale recido spesso i cardiaci lacci della felicità, perché io stesso entrai in territorio sacro. E sacro ha ben specifico significato:
“La radice di sakros, è il radicale indoeuropeo *sak il quale indica qualcosa a cui è stata conferita validità ovvero che acquisisce il dato di fatto reale, suo fondamento e conforme al cosmo.[3] Da qui anche il termine, sempre latino, di sancire evidenziato nelle leggi e negli accordi. Seguendo questo insieme di significati, il sakros sancisce una alterità, un essere “altro” e “diverso” rispetto all’ordinario, al comune, al profano.”
In tal senso, come ricordami lo traduttore giudaico che aliena il Signore nostro Dio, Sacro è ciò che è messo da parte, che toccato non può essere mai dalle mani de li mortali, che è riservato cioè alle superiori stirpi che dalli cieli giunsero e che è ovviamente tanto desiderabile quanto inarrivabile per lo popolo plebe.
Poscia che questo scambio verbale fu risolto, molto in me crebbe il senso di plebe inferiore, quasi di induistica affiliazione, nello senso ben specifico di nascita escrementizia senza possibile rivoluzione di stato, in quanto lo cammino animico ciò richiede per gli scopi oscuri che si prefigge.
Tanto poco cambia, tale mia mole cerebrale di sferraglianti rotelle allo stato delle cose sullo globo terracqueo, che vedrà nel sole cocente del giorno incombente le medesime posizione sulla grande scacchiera.
La bella ha ricordato alla bestia la sua posizione.
Ella sta nei poemi e nelle poesie cortesi, io sto nelli bestiari e nelle favole scagazzainanti.
Tanto è possibile che le nostre pagine si mischino quanto che li primati escano dallo mio anale orifizio fischiettando arie verdiane.
Non aveva dubbi il cosmo di cotanta veridicità. Li ebbi io, ebbro di onirici fallici costrutti.
Mentre fuggo cerco, mentre cerco fuggo.
Per le bestie vi son li antri e le caverne, e castella et ricchezza per le dame di bello aspetto.
Non vi alcuna tragedia nel nascer orco.
Almeno finchè non si sognino le dame di altri cavalieri.
La realtà è lo stocco più spietato. E maledetto sia Apollo signore delle arti che tanto mi fece amar ciò che mi lacuna.
Su questa digital pergamena vergo tal mia lamentazione, che i miei contemporanie potranno così ben dire che tal trattazione distrugge l’apparato genitale maschile e che la mia parola benvenuta è come eczema.
Ma quando li secoli passati saranno, qualcuno leggendo i miei caratteri sospirerà e languirà d’amor vibrante, che tanto doveva esser bello quello cavalier di penna graffiante.
Ed era orco.

Si, insomma, mi sto annoiando…..

Read Full Post »

Atrologica mente

Oroscopo 2011 – Nati sotto il segno del Pirla.

I nati sotto il segno del pirla appartengono a tutte le decadi, tutte le lunazioni, tutti gli ascendenti e tutti i quadranti celesti.
Questo perchè il Pirla è un intersegno zodiacale. Si insinua nello spazio di brevi secondi in cui il sengo zodiacale titolare è impegnato nella minzione o una cannetta per rilassarsi. Il Pirla prende il controllo delle nascite in quel momento preciso.
I nati sotto il segno del Pirla saranno convinti di appartenere ad una delle dodici case astrologiche conosciute, ma si accorgeranno ben presto di non corrispondere mai appieno alla descrizione del segno in questione e di avere riscontri reali quantomeno differenti dalle predizioni astrologiche che dovrebbero riguardarli.
Questo perchè i veri Pirla devono scoprirlo da soli, di essere tali. Nessun calcolo astrologico o triangolazione planetaria potrà rivelare il vero segno stellare; ma solo i Veri Pirla passeranno tutta la loro esistenza convinti di non essere tali. Il che è già una fortuna, perchè coloro che se ne renderanno conto non potranno fare nulla, ormai il destino è segnato.
I Pirla si contraddistinguono per le doti eccelse nel campo dell'illusione; rimanendo però unicamente illusionisti di se stessi, a gli altri non danno da bere nemmeno una minerale. Questo però porta i Pirla ad isolarsi nel proprio mondo interiore, convinti che corrisponda a quello reale (la medesima schizofrenia dovuta al fatto di credere di essere putacaso Gemelli, invece si è Pirla..) ed ad agire nel mondo reale come se fosse quello immaginario.
L'errore del Pirla si ripercuote così sulla realtà rendendolo miniera inesauribile di scelte sbagliate, ma unicamente per se stesso. Di solito gli errori del Pirla sono magicamente proficui per le persone che lo circondino.
Il Pirla ha una proprietà astrale rarissima chiamata "desiderio di rimbalzo", o "cilecca onirica". Egli costruisce per se un sogno, lotta strenuamente per la sua realizzazione, ed esso si realizza perfettamente per il tizio che gli sta di fianco impegnato in escursioni speleologiche nelle proprie narici. Il Pirla è per definizione un benefattore indotto e assolutamente inconsapevole.
Ma la caratteristica principale del Pirla è la testardaggine. In questo occorre differenziare gli unici due ascendenti conosciuti della casa del Pirla: Il Pirla Orsotto e il Pirla Iena.
Il Pirla Orsotto di fronte ai proprii fallimenti si indurirà e si calcificherà sulla propria posizione, convinto in qualche modo di salvare l'universo, reiterando così l'errore e convincendosi ad ogni nuova cazzata di essere sempre di più dalla parte della salvazione.
Il Pirla Iena d'altro canto farà solo ciò che potrà nuocere agli altri, avendo scoperto la regola del "desiderio di rimbalzo", convinto di essere un grande portatore di rovine e crudeltà nel mondo degli uomini. Ma proprio per la stessa regola che cerca di eludere autocolpirà se stesso. Perchè nel nuocersi, il Pirla, ritrova la sua astrale mira infallibile.

Cosa aspettarsi dal 2011

Amore:
Voi tutti Pirla siete innamorati da sempre di gente che non vi caga di striscio, desiderate sessualmente persone che vi trovano repellenti o insignificanti e questo è il vostro massimo punto d'arrivo per quanto riguardi l'amore. Giove Entra in Venere nella seconda decade di Febbraio, e lui si divertirà moltissimo a entrarvi, ma voi non vi preoccupate perchè tali fatiche non vi toccheranno.
Il vostro inseguire l'impossibile è in realtà l'unica vera forma di eccitazione emotiva concepibile, quindi gli astri consigliano di rimanere su tale sentiero ben battuto.
Nel malaugurato caso che un allineamento galattico impensabile vi faccia arrivare ad essere sul divano con l'oggetto del desiderio, ne momento giusto, confidate in voi stessi e siate audaci. Sappiamo bene che per fare gli eroi rinuncere all'unica occasione che il cosmo vi avrà concessa per qualche paturnia morale o psicologica totalmente autoindotta.
Ma non preoccupatevi, adorati Pirlotti, per quasi tutti voi, questa prova non è nemmeno concepibile.
Ma comunque sia abbiate fiducia in voi stessi. Sarete unici in qualche cosa quantomeno….

Denaro:
Il Pirla nel 2011 spenderà più di quanto si troverà a guadagnare. Questo fa parte della sua concezione economica dell'universo.
Non importa facciate i conti, per i Pirla è prevista Astrologicamente una sfiga sempre pari, in costo mentario, a quanto sarete riusciti a risparmiare. Ma questo non vuol dire che non dobbiate risparmiare per evitare la sfiga in questione…. essa avverrà comunque.
Quindi evitate cinema, ristoranti, vacanze e acquisti ad alta tecnologia. Fortunatamente la vostra vita sentimentale è disastrosa, quindi state già risparmiando in regali, cene e preservativi.
Per il resto gli astri prevedono casse integrazioni, impieghi saltuari, e liti sul luogo di lavoro per via della vostra incessante tendenza a distrarvi con le vostre masturbazioni mentali. Ovviamente un rifiuto da parte vostra per qualsiasi avanzamento di carriera è d'obbligo, ma in questo le stelle vi appoggiano. Oggi come oggi far carriera involve avere più lavoro e responsabilità e medesima retribuzione…. a pensarci bene, qualcuno di voi potrebbe anche accettare….
Nelle terza Decade di Giugno, comunque, Plutone entra in banca con una mitraglietta e si fa consegnare sacchi di banconote. Imitatelo, se volete vedere il 2012.

Salute:
Dato che siete Pirla starete seguendo due strade forzate nel campo della salute:
O siete salutisti vegani che pernottano in palestre e centri benessere, o vi state sfondando di alcol, droga e rapporti sessuali non protetti con voi stessi ( attenzione, mai fidarsi di nessuno!).
In ogni caso state sbagliando tutto, cari Pirlotti, anche i furbetti che altalenano da una filosofia all'altra trovando sempre la medesima insoddisfazione.
Mercurio entra in Ariete nell'ottava decade di Marzo (il quale si sta ancora chiedendo quandi giorni conti..) e L'ariete non è affato contento di ciò. Attenzione quindi al posteriore agli inizi di primavera, perchè l'uccello Padulo è sempre in cerca di vittime e, nel caso, usate la crema Prep dopo l'incidente, che per gli arrossamenti e le irritazioni è una mano santa.
Per il resto non potete farci niente con la salute, come tuti gli altri segni astrologici, tranne resistere alle vostre pulsioni. Il Pirla è molto abile nell'assumere le sostanze più nocive per se stesso. Se vi viene voglia di dolce controllate la glicemia, sarete ad un passo dal diabete. Se vi viene voglia di fritto controllate il colosterolo, mancheranno due minuti alla trombosi. Se vi viene voglia di incendiare la vostra casa per fregare l'assicurazione controllate che la porta di uscita non sia bloccata.

Un augurio a tutti Pirla per il 2011, che sarà un anno dimenticabilissimo come tutti gli altri, e abbiate fiducia nel futuro.
Se Giacobbo ne avesse azzeccata almeno una nella vita, l'anno prossimo sarà l'ultimo!

Read Full Post »


In omaggio al mio immaginifico maestro di vita Cyrano ho deciso anche io di autoschernire una delle mie fisiche deformità.
Non possedendo però qualcosa di "troppo grande", ho propeso per la celebrazione di un'appendice anatomica che da sempre considero troppo… piccola.
Ecco le venti frasi migliori dette da donne diverse alla prima vista del mio organo sessuale.

N.b.Ovviamente queste citazioni sono volutamente e necessariamente una finzione scenica di mia invenzione.
Conto di avere rapporti con venti donne diverse nell'arco delle prossime tre-quattro vite….

-Proverbiale:
"Quando il cazzo non c'è le tope non ballano…"

-Odontoiatrica:
"Prepara uno stuzzicadenti, mi si potrebbe incastrare in un diastema…."

-Scientifica:
"Sul tuo pube si rilevano leggerissime tracce di pene."

-Fotografica:
"Grandangolare per la pancia e telescopica per il pube!"

-Mediatica:
"A livello subliminale se ne avverte quasi la presenza…."

-Popolare:
"Va bene a cazzo di cane…. ma perchè proprio un chihuahua??!!!"

-Politica:
"D'un tratto Brunetta mi sembra un uomo imponente…"

-Graziosa:
"Ma che bellino! Non sapevo avesti un terzo capezzolo!"

-Cinematografica:
"Tranquillo, adoro i corti!"

-Tecnica:
"Con un preservativo normale puoi ricavarne 30 o 40….."

-Biologica:
"Per essere unicellulare è anche piuttosto grosso…."

-Ordinata
"I mignoli dei piedi devono stare nei calzini, non nelle mutande!"

-Premurosa:
"Adesso ti schiaccio quel brutto foruncolo!"

-Entusiasta:
"Wow! Li fanno anche in formato mignon!"

-Tolkeniana:
"Per la Contea!!!"

-Anatomica:
"E' il clitoride più grosso che io abbia mai visto!"

-Cauta:
"Nella mia borsa ci sono le pinzette da ciglia, allungamele…"

-Ecomonica
"Certo che la crisi ha colpito proprio ovunque…!"

-Hobbystica:
"Per essere un modellino in scala … sembra vero!"

Read Full Post »


La savana era un crogiolo di oro fuso.Una piana dorata di erbe gialle fustigate da un sole impietoso fin dove l'occhio potesse sbattere su un orizzonte.
Sotto un albero sparuto la gazzella lanciava al cielo il suo grido di dolore.
Si era isolata dalla mandria, quando le doglie del parto avevano sancito l'arrivo del momento tanto atteso. La gioia della creazione era un'ordalia di fatiche e sofferenze, un imperativo biologico che però la gazzella sapeva di dovere soddisfare.
In un guizzo di liquidi, melme e sangue il piccolo si affacciò alla vita, cadendo sul mondo infuocato che lo avrebbe ospitato per tutta la sua esistenza.
Madre gazzella si voltò a controllare il prodotto dei proprii sforzi, divorando la placenta ricca di nutrimento che l'avrebbe aiutata a produrre il latte per la propria creatura.
Il piccolo era un grumo di pelo zuppo ed arti scoordinati, ma immediatamente alzò la testa in cerca della genitrice.
"Benvenuto sul mondo piccolo mio." disse lei con voce rotta dall'emozione.
Il piccolo ammiccò, e cominciò a puntellarsi barcollando sulle lunghe zampe sottili.
"Non male mamma, sono appena nato ed ho già tirato una craniata pazzesca per terra…. potevi tenere anche il culo un pò più basso!" disse cercando di prendere il controllo delle locomozioni inferiori.
La madre leccò energicamente il pelo del piccolo per pulirlo.
"Ehm.. era il mio primo parto, devo prenderci un pò le misure." sussurrò.
Il piccolo guardò la savana sterminata, la mandria poco distante e le tante creature in lontananza.
"Fa un caldo bestia in questo posto madre! E chi sono tutti quelli???" chiese.
La madre sorrise e rispose : "Sono le altre creature della terra. Quelle sono gazzelle come noi, e dovremo rimanere sempre vicino a loro, sarà l'unico modo di essere al sicuro. Non tutte le creature ci assomigliano e alcune possono farci del male."
Il piccolo si accigliò.
"In che senso farci del male? Che possono fare? Mangiarci?"
La madre lo fissò con espressione severa "in effetti si…"
Il piccolo rimase perplesso: "va beh, punto primo: l'ironia non è di casa in questo mondo…"
La madre accarezzò con il proprio il muso del piccolo sussurrando parole rassicuranti: "Non ti preoccupare, ti proteggerò io, ti proteggerà il branco."
Il piccolo però non sembrava molto convinto.
"No sul serio mamma, è strano. Sono nato da due minuti e già cammino, scommetto che verso sera riuscirò a correre… questa cosa mi puzza!"disse.
"Ma certo!" rispose la madre "E' il nostro sistema di difesa, madre natura ci ha fornito velocità ed agilità per sfuggire ai predatori!"
Il piccolo guardò le proprie zampe ossute che teminavano in paio di zoccoletti fessi.
"Ah si è sforzata un sacco! non potevo avere due belle zampone irte di artigli!!?"
La madre roteò gli occhi " Fosti nato leone le avresti avute! Ma sei nato gazzelladi Thomson!"
"Che culo, eh!?" rispose il piccolo " e chi divolo è questo Thomson? perchè siamo roba sua? Ho già un padrone?"
La madre sorrise " No, tesoro. E' stato lui a chiamarci "gazzelle"…credo…".
Il piccolo si guardò intorno spaesato: " Punto due: qua nessuno si fa i cazzi suoi. E prima come ci chiamavamo: "hei tu con le corna ed un leone attaccato alle chiappe"?? ".
La madre sbuffò spazientita, ma il piccolo aveva troppo curiosità rimaste insolute.
" Madre senti, io la vedo male. Fammi una panoramica dell'ambiente così almeno mi preparo."
La madre smise di leccare il corpo del piccolo e lo guardò fisso negli occhi scuri.
" Siamo gazzelle. Mangerai il mio latte per un pò, poi brucherai l'erba. In ogni momento della tua vita dovrai essere attento, vigile, pronto alla fuga. I leoni vorranno mangiarti con attacchi in branco. Le iene aspetteranno che tu sia ferito o malato per balzarti addosso, i leopardi ti tenderanno agguati da ogni albero. Ogni volta che ti abbevererai ad un fiume un grosso coccodrillo potrebbe uscire dall'acqua ed in ingoiarti la testa. Però ogni sei mesi qui verrà una siccità pazzesca e dovremo camminare per circa un migliaio di kilometri per trovare un pò d'acqua."
Il piccolo aveva enormi occhi sgranati.
"Benvenuto sul mondo amore mio, frutto della mia carne, speranza di sopravvivenza per la nostra specie. Ti ho regalato la vita, ed il mondo è il tuo posto ora." continuò la madre.
"ehm… mamma?"
"Si tesoro mio.."
"Vaffanculo!"

Read Full Post »

Sbaraquack!
E non scherzo!
Perchè ci sono personaggi che, a volte, trascendono la loro stessa funzione, e divengono mito, archetipo.
Sono quelle cose senza le quali il mondo, probabilmente, svanirebbe in una scoreggia; sono le ancore stesse della realtà.
Ma non voglio soffermarmi sulla Nutella.
Quello che mi fa pensare è Paperino.
C’è un pò di Paperino in tutti noi, perchè Paperino (più di ogni altro personaggio animato in generale) rappresenta proprio l’uomo medio. Nemmeno troppo mediocre, proprio medio.
Però, non esiste un solo papero, un solo archetipo. O, meglio, ogni cultura ha applicato al papero le proprie caratteristiche di medioman.
Se Topolino era il furbetto che se la cavava sempre, figlio della grande depressione, Paperino è l’uomo nato quasi sotto le bombe. Ha il ciuffo di piume caudali nel passato ed il becco già piantato nel futuro.
In effetti, sarà proprio Paperino ad incarnare l’uomo medio americano nei decenni successivi, molto più del sorcio progenitore. Affinacato da Pippo, una volta evolutosi come personaggio, il quale diverrà un nuovo termine allegorico delle nevrosi moderne.
Paperino è, però, più ancestrale, più biologico, nel suo modo di rapportarsi alla vita. L’inossidabile distacco di Pippo lo porta spesso ad essere una parodia molto sopra le righe, più funzionale alla gag che al personaggio.
In pratica Pippo è costituito dalle gag, mentre Paperino è, per sua stessa natura, un generatore di gag.
In America, infatti, vive un papero ben diverso dal nostro.
Il papero italiano è un fannullone, un aspirante mantenuto, uno sfigato ed anche un pavido. Questo è, ferocemente, corrispondente all’immagine dell’indole italiana. Paperino, da noi, è un pò un servo. Vive continuamente di espedienti umiliandosi ad un potente (lo Zio vergognosamente ricco… Berluscon dè Berlusconi???) per un pugno di noccioline. Ed in fondo è anche contento così, in quanto il suo obiettivo principale è non lavorare e non faticare.
La colpa dei suoi insuccessi è la sfortuna, che in Italia è spesso considerata come un capro espiatorio ultraterreno (E’ scivolato a valle un paese completamente abusivo?? Eh, oh…SFIGA!).
In realtà il papero italiano fa qualcosa solo se costretto (col ricatto o la necessità), quindi in realtà è molto più sfortunato della controparte americana, che è ben più intraprendente. E chi fa.. falla..
Il papero americano non solo è attivissimo, ma non è nemmeno poi tanto sfigato.
Il suo problema è il carateraccio, non una sorte distorta.
Donald Duck è pieno di buona volontà. Fa tutti i lavori possibili, è anche organizzato, anzi, si infoia come un dannato nei preparativi, si fa viaggi mentali pazzeschi sulle sue imprese ed è, a tutti gli effetti, un ottimista.
Ma quando le cose non vanno come lui stesso se l’era prefigurate (ed ovviamente niente va mai come ce lo prefiguriamo) si incazza come una pantera.
E qui, il medioman esplode con tutta la sua carica di allegoria. Paperino vorrebbe andare oltre, vorrebbe fare le cose fatte bene, ma non può. Mica per i mezzi, perchè in America Paperino non è uno straccione a tutto tondo. Ha un’origine piuttosto povera, ma nel’evoluzione diventa un borghese degli anni ’50-’60.
E come ogni borghese è un pò più stronzo che sfigato. Molti casini se li smina da solo, perchè va a rompere le scatole a qualcuno, o semplicemente perchè invece di reagire razionalmente va giù di testa. Molto spesso perchè cerca la soluzione più comoda, piuttosto che la più saggia…. 
In moltissimi episodii animati Paperino, però, non ne esce da perdente, ne esce da vincitore. Quando gli scende la catena diventa una forza della natura. E non è tonto come Pippo, non è un furbetto come Topolino. Lui è l’ago della bilancia, è tutti noi e nessuno….
Il papero è una figura molto tridimensionale, perchè passa dall’essere una bastardo profittatore alle crisi di coscenza nel giro di pochi attimi. Prima fa la cattiveria e poi si commuove. Paperino è combattuto, è preda di quelle forze contrastanti di cui tutti siamo preda, e non è mai chiaramente schierato dalla parte dei buoni o dei cattivi, non è mai pacifico o sobillatore.
E’ un ometto qualunque, che reagisce inaspettatamente come ogni ometto qualunque.
E io, devo dire, mi son sempre sentito vicino a Paperino, a quello dei cartoni animati però, più che a quello dei fumetti…. 
Perchè nemmeno io sono un fannullone, un essere senza orgoglio, uno sfigato e basta.
Mi sento più vicino al papero Americano.
Certo, non sono ottimista, ma ci metto energia nelle cose che faccio. Poi spesso le faccio andare a puttane perchè mi scende la catena, come fa lui. Come lui anche io spruzzo il formicaio con il tubo da giardino perchè mi diverte e poi mi incazzo e mi dispero quando le formiche chiedono vendetta sulla mia casa.
Ma in tante cose, ci provo. Con le scarse capacità di un medioman, che a volte fanno andare tutto in vacca e a volte vedono esplodere dentro di me una stella ardente che risolve epicamente ogni difficoltà. Senza metodo. Senza certezza. Solo una grande e incostante dose di voglia e buona volontà.
Non è facile essere Donald Duck.
Essere un personaggio che buca le due dimensioni perchè la sua stessa essenza è a tutto tondo.
Molte volte mi sono fermato a guardarlo sbraitare di fronte ad un casino tutto autogenerato, ed ho pensato a quante volte capiti anche a me. Quasi sempre….
QUESTO… è il ballo del qua qua………

Read Full Post »



Evviva evviva evviva! E’ giunto il di dì festa!
Voi tutti sulla piazza, coi copricapi in testa!
Venite a me  pulzelle! Vi accolgo sorridendo!
Per voi, solo per oggi, lo giuro: 
IO MI SVENDO!

Io son l’apocalittico, io sono l’occasione
avanti forza giovani, stringetevi al bancone!
Non celìo e non canzono, e’ tutto genuino:
prodotto di gran classe, del nobile suino!

Avanti il prezzo è basso, ma più non sconcertate!
Per chi non ha pecunia, mi abbasso anche alle rate.
I prezzi agevolati, vertiginosi i tassi
Che altro potrei fare, se invero non vi amassi?

“Per me non è il prodotto!” Mi dice signorina?
Ma sono assai discreto, può mettermi in cantina!
“Non è di bell’aspetto…” squittisce la bimbetta?
Ma il retro è molto meglio, nessuno se lo aspetta!

“Io, non avrei bisogno..” sentenzia la maestrina?
Ma so parlar d’amore, e invento anche in cucina!
“No, tanto ne ho già uno…”  cinguetta la comare?
Ma io son quasi nuovo, è ora di svecchiare!

Avanti non temete, chi acquista avrà un omaggio!
Non fatemi sgolare, mostratemi il coraggio!
 L’invidia sarà tanta, tra i vicini più curiosi,
io già li sento dire: “Voglio uno di quei cosi!”

Ma no! Non ve ne andate! Non lasciatemi in errore!
Io so far risa e musica… se serve anche all’amore!
Non prendo troppo spazio, non puzzo non mi ammalo!
Va bene, avete vinto, per voi… io: MI REGALO!

Tornate ve ne prego, ma dove cazzo andate?
L’offerta è quasi unica, dov’altro ne trovate?
Che altro posso fare? Aggiungere contante?
…si sa il mercato è pazzo, ma così è preoccupante!

Mi dica lei ragazza, perché non è convinta?
Tutto era veritiero, io mai potrei far finta!
Che dice? Non capisco…che ragione deficiente!
Per voi non vale nulla… quel che non costa niente????!!

Read Full Post »

Io e il Mago durante la turbolenza massiva psicocinetica in via Regnoli, 1989


Quando ero piccolo (tutti mi scherzavano…ma anche adesso..), prima, quindi, di diventare uno stronzo, ero uno spiritista.
Spiritista convinto.
Sarà stato crescere negli anni ’80 a braccetto con i ghostbusters, sarà stata quella repulsione-attrazione incontrollabile nei confronti della paura…ma, andare a caccia di fantasmi, era il mio hobby preferito.
Ed è durato un bel pò.
Io ed il Mago non avevamo dubbi. L’investigazione paranormale era la priorità assoluta.
E non ci siamo fatti troppo distrarre dalle crisi ormonali, dalle nuove passioni, dagli impegni contingenti. A dodici anni andavamo dal mago a farci spiegare l’esoterismo, a venti eravamo ancora in giro per i cimiteri dell’appennino, nel cuore della notte, a cercar presenze.
Poi….anche i migliori crollano. Le contingenze sono divenute così affilate, così crudeli, così tormentose, da riportarmi a terra. E addio spiriti (e spiritosaggini).
In realtà, non mi ha mai abbandonato del tutto, la cosa. Passo ore a navigare sulla rete, in tutti i siti sul paranormale possibili tra italiano ed inglese.
Ora, io ho un senso dell’umorismo piuttosto sviluppato, e sono un giocherellone… ma la quantità di stronzate che trovo scritta in rete è esagerata anche per la mia psiche instabile.
Non aiutano quindi molto, le informazioni telematiche.
Aiuterebbe di più stare in casa al buio ed in silenzio, sotto questo punto di vista, dato che in casa mia succedono cose strane di continuo. Dormirci non è facile.
C’è gente terrorizzata al solo pensiero.
E’ un pò un maniero stregato, in effetti. Ne ha l’aria.
Ma quando vedi una porta, chiusa, ballare sui cardini da sola… capisci che non è solo l’aria….
Quel cazzo di posto è infestato!
Il problema è: da cosa?
Le conclusioni potrebbero essere molteplici. Di morti che abbiano vissuto in quella casa, nel corso di cento anni, ce ne sono a cariolate (alcuni freschi, freschi, tra l’altro)… vai a trovare proprio quello che sia incazzato e sospeso tra due dimensioni!
Senza contare che, non si capisce come mai, gli incazzati rimangano a rompere i coglioni mentre gli amorevoli, che aiuterebbero anche, se ne vadano per altri lidi e cazzi dei vivi.
Ma, visti gli onori della cronaca, in casa mia, penso di ricadere nell’ipotesi originale.
C’è qualcuno o qualcosa. Invisibile, intangibile, inverificabile… ma stronzo come la morte!
C’è un un concetto, che accomuna molte delle correnti spiritiste, il quale mi ha colpito sin da piccolo: la Larva.
Dicesi larva, in senso astrale, un guscio di energia pischica (o eterica, o astrale, o spirituale, o turbominchia, o cioccolato e praline..ognuno la chiami come vuole..) non del tutto senziente ma perniciosamente parassitario, generato per lo più dalle ossessioni e dalle stesse passioni violente degli umani. A volte anche li ci mettono il morto incazzato (perchè a noi vivi piace sentirci in colpa dopo, quindi prima spariamo, poi abbiamo paura che al morto girino le palle… visto che fondamentalmente sappiamo quanto abbia ragione lui..), ma nella maggior parte dei casi, la Larva è un prodotto della vibrazione emozionale umana.
Più forte è l’emozione, il pensiero ossessivo, più la larva generata sarà potente ed affamata. Essa continuerà a riportare la situazione dell’ infestato allo stato che l’ha generata, nutrendosi della stessa vibrazione emozionale che l’abbia creata, in una atto di vampirismo energetico a ciclo continuo. Io ti partorisco, e tu mi mangi…
In realtà qualche riscontro reale io l’avrei. Infatti in alcuni campi specifici della vita (come quello economico, ad esempio) la situazione sembra tornare ad un punto particolare  a prescindere dai miei sforzi in un senso o nell’altro. Nessun piagnisteo, benintesi. Non parlo di frustrazione non riuscendo a toccare una nuova vetta, parlo di impossibilità persino di arrivare all’abisso. Nemmeno cercando di autodistruggermi riesco a spostarmi. Tutto rimane nella situazione specifica in cui mi giri il cazzo. Probabilmente aumentando così la vibrazione di cui si nutra la Larva.
Non è che sia un concetto così slegato dall’idea del Karma o dei demoni personali. E’ una specie di pudding tra psicologia, spiritualità e fantasy.
Insomma, la mia religione ideale.
Ma, nel caso assurdo che sia vero questo concetto (pur nelle insondabili ed invisibili regioni delle energie sottili) io sarei assolutamente ed irrimediabilmente FOTTUTO!
Io ho emozioni profondissime. Le mie ire, i miei strali, ma anche i miei slanci, le mie fluttuazioni amorose, così come i parti della mia immaginazione, sono così potenti che a volte tutto il piano fisico del mio essere ne viene scosso.
In pratica, per le ipotetiche Larve, io sarei un ristorante a cinque stelle ad orario continuato, con sala lap dance gratuita.
Non che vi sia mai vissuta gente molto calma dal punto di vista emotivo in quella casa….
Anche mia madre, che si da un pò un’aria da iceberg inattaccabile, sotto sotto bolle come un vulcano silenzioso, ma le sue esplosioni sono terribili. E alle ipotetiche larve fregherebbe poco, ma molto poco, della facciata esterna. Esse andrebbero a suggere alla fonte, l’energia di cui fossero affamate….
In pratica, un delirio. Se poco poco mi girassero le palle per essere stato rifiutato, o avere fallito, o avere avuto una sfiga, correrei anche il rischio di generarmi una scimmia drogata di quella emozione che mi si accamperebbe sulla spalla, con il caparbio intento di farmi rimanere in quello stato. Insomma, stronzi interdimensionali. Non ne avevamo già abbastanza in una dimensione sola!??
Inoltre, vista la mia tendenza al dramma e alla negatività… potrei quasi affermare che quella casa l’ho infestata io.
Che è piena delle mie supporazioni cerebrali, di schiume dei miei ribollimenti interni, di Larve della mia demoniaca nidiata.
Se vuoi sapere chi muova i mobili mentre cerchi di dormire, in pratica, basta guardarti allo specchio.
Sei la mamma dei demoni.
E’ da quando avevo dodici anni che ci penso, a questo concetto. Non si capisce come mai le emozioni negative, o quantomeno perverse in senso ossessivo (comunque roba poco buona), abbiano il potere di creare queste cose meravigliosamente terribili. Allora perchè non ho mai (e dico mai) sentito parlare di una controparte positiva?
Io amo da morire mia sorella, mia madre e la mia casa.
Questo però non genera un putto etereo che ci protegga e ci difenda…..
Insomma, se sei bravo e buono non ottieni un cazzo, se sei negativo e distruttivo il piano etereo è un vivaio a tua disposizione per creare mostruosità.
Allora, ho pensato:
cerchiamo una difesa.
E qui, si sprecano le risate.

Un rito tipo: "prendi una bacinella di acqua benedetta, lasciala esposta alla luce della terza luna della seconda decade in trigono con Venere. Spargi l’acqua nella casa bruciando incenso aromatico di mirra Giordana, non raffinata, in un bracere di ottone dodecaedrico che sia appartenuto al cugino più prossimo di un santo vissuto entro tre isolati da casa tua…ecc, ecc."
Eh?? Prego?? Il fatto che io non ci abbia capito un cazzo penso sia normale….quello che non dovrebbe essere normale è il soggetto che inventi questi riti….

Preghiera o incantesimo tipo: "Oh Santa Vergine Maria, madre del Salvatore dolce, Signore nostro gesù Cristo. Bocciolo di rosa pura aspergi col tuo candore questa abitazione e scaccia… bla bla bla…"
Del tipo: il nemico del mio nemico è mio amico.
Io ancora devo trovare come proteggermi dal cristianesimo!

Esercizio tipo: "Esci dal tuo corpo, vai sul piano astrale, e fagli il culo".
Beh, si. Viaggiare in astrale è una favoletta, cosa ci vuole??? Avrò fatto si e no tre sogni lucidi in vita mia, e come faccio a rilassarmi fino ad andare in sonno vigile MENTRE LA CAZZO DI CASA SI MUOVE E FA CASINO???

Allora non ti masturbare!
Oh, questa c’è in ogni cultura spirituale. Mi rompono le palle da quando avevo dodici anni. Non ti masturbare che le Larve si nutrono delle tue perversioni!
Oh, ragazzi… che vi devo dire? BUON APPETITO!
Mi torna in mente Amarcord, e il ragazzo che guarda il Santo pensando: "Piangi, piangi,tanto io mi tocco lo stesso!".
Ragazzi, masturbiamoci e miriamogli in faccia. Che palle!

Quindi, in sintesi, se ci sono me le tengo.
E credo ci siano. Credo vivano dentro i mattoni del maniero, che ascoltino, che si divertano. Magari c’è anche il morto incazzato, così, tanto per fare da generale delle truppe…
Non fuggo le mie responsabilità dando la colpa a loro, ma non essendo io Vulcaniano, non posso non avere emozioni perchè qualcuno me le divora….
Certo, ciò che si trova scritto è semplificato, molto elementare, molto stupidotto in un certo senso.
Parlare in maniera empirica dell’irrilevabile è come scoreggiare nello spazio siderale. Non si può mai dire che sia realmente avvenuto (a meno che uno non la faccia nella tuta..).
Resta il fatto che qualcosa in me è ancora acceso.
Qualcosa che non ignora i rumori provenienti da una camera vuota, non ignora il terrore assolutamente immotivato che prende in certi momenti. Quella pelle d’oca improvvisa, la sensazione di essere osservati e braccati di colpo.
Non sono un ateo e un pragmatico. Io amo, anzi, adoro il paranormale.
Sono disilluso. Un tempo avevo paura di vedere un fantasma, oggi ho paura che la sveglia stia già suonando, il fantasma è una bazzecola.
Eppure, se non mi cagassi addosso, sono sicuro che avrei molti più canali sensoriali aperti. Forse quelli che ha il gatto quando soffia e rizza il pelo guardando una parete bianca…..
Io, quando guardo una parete bianca, penso che sia ora di dare una mano di vernice, al massimo….
E questo vivere arido, da adulti con la testa sulle spalle, non mi è mai piaciuto. Penso ogni giorno, con malinconia, a quei due ragazzetti che giocavano con talismani e pendolini. Che avevano teorie sconclusionate, ma nemmeno troppo, ora che vedo quelle altrui.
Che un pò giocavano, un pò sognavano e un pò forse combattevano su un piano dell’essere più sottile.
Ora ho la testa sulle spalle, forse.
Ma era tanto bello appoggiarla un pò sul comodino….
 

Read Full Post »

Un giorno, quando la fine sarà vicina, tirerò le somme.
Dato che non mi è dato sapere quando la fine sarà vicina, in quanto potrebbe essere anche stasera o domattina, mi ritrovo a tirare le somme ad ogni respiro.
Il momento di tirare le somme è piuttosto singolare. E’ il punto in cui cozzano alcuni fondamenti che tutti, più o meno impropriamente, riduciamo a parole piuttosto scarne: pessimismo ed ottimismo.
Termini abusati, che ormai hanno dilagato dalle loro stesse alcove semantiche, divenendo termini quasi accusatorii od etichette classificanti, ma che descrivevano in origine una semplice inclinazione, suppongo, naturale: la focalizzazione dell’attenzione.
C’è chi si focalizza su ciò che reputi positivo, e chi lo fa su ciò che reputi negativo.
Questioni interne, non ben precise, lasciano propendere uno spirito umano per una sponda piuttosto che l’altra, ma questo è irrilevante. Ciò che è rilevante è quanto sposti il risultato finale dei conti ognuno di questi elementi.
Si potrebbe affermare che, con buona emulazione della realtà nazionale, vi sia una certa tendenza al falso in bilancio.
In realtà nessuno potrebbe avere il bilancio oggettivo, mancando anche elementi di paragone fissi, ma è certo che le opinioni sono talmente divergenti, in certi casi, da chiedersi se si stia osservando il medesimo fenomeno.
Beati tra tutti, credo, gli eletti che non concepiscano il bilancio. Liberi da una pastoia non da poco, per gli equilibrii psichici umani. Elementi esigui, ma esistenti.
Ma questo cazzo di bicchiere, di fronte al quale tutti stiamo….di cosa cazzo è mezzo pieno o vuoto???
No, perchè cambia…
Da bravo filopessimista io potrei dire: "Il bicchiere è mezzo PIENO! Di merda, ma è mezzo PIENO!".
Allora non è questione di vuoto-pieno… non è mera quantità. Cosa mi frega quanto ce ne sia se non so cosa sia???
Se ne volessi tanto sarebbe mezzo vuoto, se non ne volessi niente sarebbe mezzo pieno! E’ la proiezione che inquadra la quantità.
Se è pieno di roba che mi piace ma lo berrà uno che mi sta sul cazzo, allora meglio vederlo mezzo vuoto (un pò volpe-uva-tanto era acerba…).
Se te lo devo vendere, sarà mezzo pieno. Se lo sto comprando, sarà mezzo vuoto. Osterie filosofiche.
Il pessimismo e l’ottimismo non sono forze invincibili, lo sono molto di più le convenienze e le contigenze, dunque.
Direi che necessità e percezione sono interallacciate (per usare un neologismo informatico che non mi stava in nessun altra frase), la realtà è solo un catalizzatore.
Quindi il bilancio è di per sè farsato. Per chiunque.
Poi ci sono i peggiori della terra, quelli che io veramente giudico il germe del male e la prole delle baldracche più infette della periferia: Quelli che si consolano con il bilancio altrui.
"Io ho perso dieci, ma lui ha perso cento. Cazzo come mi è andata bene!".
Ma… anche no.
Innanzitutto, è bieco rivolgere l’attenzione a chi stia peggio per sentirsi meglio. Sintomo di vampirismo energetico e saprofagia karmica.
Secondariamente è un falso in bilancio clamoroso. Se il positivo è ciò a cui tutti ambiscono (compresi i suddetti mangiamerda) non si può giorire solo perchè non si è i più negativi di tutti. L’obiettivo è stato scazzato, poche fotte!
Molto più sotterraneamente, credo, questo sottolinea una tendenza personale al godimento del malessere altrui, un individualismo opportunista e viscido che oggi è più che ampiamente accettato e incoraggiato. Nostro dovere e fonte di salvezza.
Io il bicchiere lo vedo pieno quando ho raggiunto i miei obiettivi, qualunque essi fossero, non quando mi è andata meno peggio che ad uno colpito da un fulmine. Anzi, un pò mi rattristo pure per lui. Non perchè io sia Gesù, ma godo unicamente delle disgrazie di chi mi stia sul cazzo (e li godo, godo senza ritengo), e per essere in tale posizione un estraneo deve fare qualcosa nei miei confronti. Uno sconosciuto dall’altra parte del globo che crepi di stenti non mi fa sentire meglio…..anzi, globalmente peggio. Non è che un ambiente percepito ostile e piuttosto merdoso non influenzi il bilancio. Io non finisco mica subito dopo i peli…..
Ovviamente è esagerato gridare all’inondazione per due gocce di pioggia, il bilancio andrebbe fatto con il giusto senso prospettico. Il fatto di non morire di stenti ce lo metto ovviamente, come bonus positivo, ma non intacca il mio standard.
Perchè è sullo standard che si fonda il bilancio, non su gli estremi. Non posso stapapre champagne ogni mattina perchè non sono morto nel sonno, quello non è lo standard!
Qui entra in gioco la focalizzazione dell’attenzione.
Per taluni un successo potrebbe rappresentare un enorme bonus positivo, mentre un insuccesso o una rogna un piccolo bonus negativo. Per altri l’esatto contrario.
Io sono fra questi altri. Semplicemente perchè l’insuccesso o la rogna sono problemi. Situazioni aperte da sgarbugliare, falle da rattoppare o ferite da ricucire. Un successo si risolve con se stesso.
Non affermo che non se ne debba godere, per carità.
Ma la mia attenzione va al problema, non ad una situazione risolta.
Parlando da giovani umani maschi (quindi lo capirebbe anche un protozoo):
Esco per trovare da scopare? Trovo da scopare? Fine, mi dedico ai videogame. Nema problema.
Esco per trovare da scopare? Torno con le pive nel sacco? Cazzo! Ossessione….
Perchè non ci riesco? Sbaglio? Dove sbaglio? Colpa mia? Tua? Sua? di Dio?
E’ destino?
Se la situazione si risolve, grazie al cazzo, anche io sono ottimista.
Se fossi Bill Gates sarei fottutamente ottimista a livello economico. Se fossi Rocco Siffredi sarei un faro di ottimismo sessuale. Se fossi Emilio Fede sarei uno stronzo (questa è ovvia, ma…. ci sta sempre).
Cosa pieghi l’attenzione al positivo, come luce di cui godere, o al negativo, come tenebra da dissolvere……
…non lo so!
Ognuno sarà fatto a modo suo, immagino.
Probabilmente cago il cazzo anche io. Che di solito mastico e sibilo crudeltà lapidarie, ma non vado in giro a cercare di convincere nessuno.
(SI E’ VERO, scrivo in pubblico e parlo in pubblico, ma non telefono a casa o mando mail, scrivo ed inveisco nei miei spazietti, nei miei piccoli francobolli di carta igienica.) 
Cosa che gli ottimisti, proprio a causa del loro entusiasmo congenito, spesso fanno.
Ma il vero pessimista non farebbe nulla.
Io sono un ottimo pessimista, o un pessimo ottimista, di conseguenza.
Perchè mi incazzo, lotto, sbraito, pensorispensoripenso, elaboro, cambio strategia, cambio gioco, la prendo dal fianco, la prendo da dietro (eh, da dietro è sempre bello..), la prendo nel culo (questo spesso)…. ma insomma: un pessimista non è per forza un depresso!
Come l’ottimista non è una persona di sicuro successo.
Ognuno vede sto cazzo di bicchiere, che è uguale per entrambi, da prospettive diverse. Lo percepisce diversamente, lo inquadra diversamente. Lo considera diversamente.
Ma scommettiamo che se fosse pieno di buon vino cercherebbero tutti di berlo alla stessa maniera?

Read Full Post »

Older Posts »