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Posts Tagged ‘drago’


Il Sabato sera è passato sudando e bestemmiando sull’ennesimo drago.
Questa volta è un Rosso. Il primo rosso che imprimo su pixel.
Ci sarebbe veramente da chiedersi perché un giovane vitello quale sono passi la più famosa serata della settimana per sballare un po’ di fronte al monitor, anzi ai monitor.
Avendone due posso con piacere tenere un disegno sul monitor principale ed utilizzare il secondario per le palette degli strumenti di Phothoshop e l’irrinunciabile finestra di Youtube.
Di solito in quel piccolo spazio girano documentari  su alieni e fantasmi, voci che mi raccontano cose prive di qualsiasi dimensione reale ma grondanti di scoppiettanti fantasia.
D’alta parte io sto disegnando draghi….
Non c’è nessuno scopo, nessun perché nessun fine.
E questo fa sbroccare tutti.
Non posso dire di non avere dei “fans” (peccato non si possano fare virgolette più grandi, magari colorate  e lampeggianti), ma non credo di avere un singolo fans che capisca il motivo che mi spinge a disegnare.
La mia vita è piena di domande alle quali rispondo con battute acide o risate volutamente fasulle.
Mi chiedono quale sia il progetto, a cosa stia lavorando, se collabori con qualcuno o qualcosa….
No.
Disegno le mie cose perché mi piacciono. Sento il bisogno di farle e basta.
Forse mi ha fatto male guardare l’ennesimo Zeitgeist mentre lavoravo al mio disegno. Ma credo veramente che ormai la mia civiltà sia irrecuperabile.
Non c’è niente che abbia valore se non è in grado di produrre valore.
Le cose diventano reali solamente se possono essere scambiate per denaro. Altrimenti non esistono nemmeno realmente.
I miei draghi non hanno mai prodotto denaro, non credo ne produrranno mai e… anche se lo facessero non sarebbe quello lo scopo per cui vengono creati.
Creo draghi perché in questo mondo è IMPOSSIBILE incontrare un drago.
Io mi sento chiamato a questa “missione”. Devo visualizzare ciò che non c’è.
Non mi è mai interessato disegnare un motoscafo, una motocicletta o una città.
Esiste la fotografia… perché devo fare tutta quella fatica?
Un drago non può essere fotografato, allora io che ne ho la predisposizione devo essere il fotografo dell’impossibile. E il motivo non esiste.
Sono nato così. Fatto male o fatto bene sinceramente questo punto me ne frega assai poco.
Fatto così.
Ho passato molti Sabati nella mia vita e non potrei dire che questo, speso a lumeggiare scaglia per scaglia il mio bestione inesistente sia stato peggiore di altri.
Anche di altri in cui ero, sulla carta, in condizioni di sballarmi.
Certo io mi sballo più che altro con potere e socialità, non sono nemmeno un tipo da droghe o alcol, ma poco cambia.
Non avrei voluto essere con qualche donna, nemmeno in qualche festa, nemmeno in qualche glorioso momento di autoaffermazione.
Ero li con il mio drago, in un appartamento vuoto di umani e pieno di gatti.
In realtà ho sempre deciso di rischiare la solitudine piuttosto che la rottura di coglioni, e sono piuttosto fiero della mia scelta.
Ormai la nausea che mi crea l’intero mondo degli uomini è arrivata ad un livello in cui non è più rilevabile alcun punto di ritorno. Il teatro delle bassezze di noi schiavi consenzienti o delle oscenità dei nostri padroni non mi fa nemmeno più soffrire, è come un prurito fastidioso.
Non mi interessa più nulla di nulla di  nulla.
Vedo amici che si sposano a grappolo, amici intenti nei loro progetti più o meno folli, amici che ormai sono già volati a capofitto nel gorgo della propria impresa.
Io non gioisco ne per le cadute dei nemici ne per i trionfi degli amici. La temporaneità di tutto questo mi è così manifesta da sapere che lo spazio di un sorriso è più lungo di quello di una vittoria. Mentre esulti è già passata.
Allora forse ho sbagliato tutto, o in parte mi hanno fatto sbagliare tutto, o meglio: ho DECISO di sbagliare tutto.
Mi sono aggrappato all’inesistente e sono caparbiamente convinto di potere ancora migliorare le mie capacità con l’unico scopo di migliorare.
Cerco la scaglia perfetta, tra un colpo di lumeggiatura, una maschera di livello, un colpo di pennello semitrasparente e un occhio sulla raccolta di draghi del mio mastro Elmore.
L’inesistente, irremunerativo, inutile e fantasioso bestione prende corpo, realtà, tridimensionalità.
Ad un certo punto mi sembra quasi di sentire il suo respiro, sotto la tavoletta grafica, che alza ed abbassa ritmicamente la mia penna ottica.
Siamo solo io e lui, in questo Sabato sera. Ed in effetti il mondo non esiste.
E mi pare proprio di non sentire alcun senso di perdita……

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