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Posts Tagged ‘mavvaffanculo’

Mappamuro

Buffo. Anzi fottutamente buffissimo.
L’ultimo mio delirio su questa pagina virtuale verteva sulla metafora dell’affresco e del muro.
Da due giorni sto dipingendo un muro, per la prima volta in vita mia, sto grafeggiando su un muro.
Probabilmente il termine “grafeggiando” non esiste, per questo descrive ancora più coerentemente il concetto.
Ma partiamo dal principio….
Il muro di camera mia, al secondo piano, con tutti i muri esterni che affacciano sul vuoto… fanno la muffa.
Diciamo che fanno la muffa nei punti in cui qualche mobilio vi sia appoggiato. Questo perché nella medesima camera è presente l’escursione termica più alta della galassia e di conseguenza gli stessi sbalzi di umidità. Inoltre dal 1932, credo, nessuno si è mai disturbato a sverniciare i muri. Ci sono vari strati di vernice tra cui una particolarmente fastidiosa : di quelle lavabili, applicabili a spruzzo, texturizzate. Pressochè una camera iperbarica con la stessa traspirazione di un blocco di ghisa.
Risultato: il mio muro, una volta spostato l’armadio sembrava quello di una segreta medievale molto trasandata. In certi punti era più nero della china da fumetti. Nel complesso un buon effetto sfumato, quasi un carboncino involontario e molto drammatico.
Son cose che saltano all’occhio.
La mia reazione è stata: FOTTERMENE.
Per la bellezza di dieci anni sono riuscito a fottermene.
Ogni donna che fosse entrata in quella camera ha alzato proteste di ogni tipo, dalle più timide e consiglianti agli ultimatum edil-sentimentali.
Io me ne sono fottuto.
Si fa male, morirò, mi scioglierà i polmoni, partorirò un alieno, cagherò funghi.
Fatto sta che me ne fotto. L’idea di pelare a spatolate quel muro mi rivoltava, l’idea di cartare la muffa inutile, già provato. In un cassetto ho ancora una brusca di ferro e i prodotti antimuffa che l’unica mia convivente mi aveva fatto pervenire convinta che la materia potesse cambiare il mio svacco in azione.
ERRORE.
Fottersene e coprirla con qualche poster a me bastava. In camera dovevo dormire e fotterci, e visto che la seconda ipotesi non si verificava così frequentemente potevo anche dormirci come preferivo: con la mia muffa.
E’ malsano?
E’ sciatto?
E’ irresponsabile?
Ne convengo.
Non andando io a troie, non drogandomi, non rubando, non uccidendo, non scialando, non maltrattando… beh è difficile trovare anche qualcosa per la quale insultarmi e rompermi i coglioni. Le donne in verità avranno ADORATO la mia muffa. Era una leva.
E io, me ne fottevo.
Ma tutto è cambiato questo Sabato. Stavo sdraiato sul letto verso l’ora di pranzo riflettendo sulla nullità della vita, sullo spappolamento di coglioni quotidiano dovuto alla vicinanza degli altri esseri umani, sulla crisi sociale globale e la crisi molto più preoccupante di tutti ciò che io conosca ed ami….compreso io…
mi sono voltato verso il muro.
L’ho trovato un affronto. Quel cazzo di muro…
Non per tutti quelli che me l’avessero detto, non per la salute, non per la bellezza, non per la “normalità”…
Lì c’era una cosa su cui potevo fisicamente sfogarmi. Potevo spaccare qualcosa di mio, che tanto era simbolo e baluardo delle cose che vanno a puttane solo per romperti i coglioni.
Volevo fare fatica, sudare, muovere i muscoli distruggendo qualcosa.
Per farla breve mi armo.
Mascherina spazzola ferrata, vestiario da lavoro, teli sui mobili e cartare. Cartare.
Spruzzare con i due flaconi di antimuffa, uno per mano, come un pistolero con due pistole.
Gli ho tirato addosso tutto a quel cazzo di muro.
La mia ira, la mia impotenza, la mia dura cervice e l’odio- amore per questa fottuta casa.
Il mio muro e la mia ira. Scontro di titani.
Dopo due ore non sentivo più le braccia, ero ridotto come una cotoletta umana di polvere, sudore e merda e il muro…. Il muro….
Il muro era un’opera d’arte infernale.
Benchè buona parta della muffa fosse venuta via ciò che rimaneva non era certo un muro bianco. Era un affresco di chiazze, colate, una texture da dipinto psicotico, una base gigeriana per incubi post-atomici.
Con un affascinante effetto anticato. Anticato da rovine, non certo da antiquario, e per questo per me ancora più affascinante.
Ho alzato il livello di sfida. Mi disarmo dalla spazzola e imbraccio la spatola.
Duro metallo tagliente.
Ed è in quel momento che la vernice inizia a staccarsi….
Come un stickers … in certi punti. In altri è fusa all’intonaco. Lo decide il caso dove viene via, è la forza del destino impressa sul mio muro nord.
Sotto la vernice che si stacca c’è una vernice verde militare… di cui nessuno ha memoria, ma c’è ed è intatta, pulita. Nessun segno di muffa.
Dopo un’ora ciò che vedo non è più affascinante… ha una sua personalità.
Sullo sfondo anticato-malsano si delineano macchie frastagliate di continenti misteriosi. E’ innegabile sembra la carta geografica di un mondo sconosciuto…..
Lascio passare il Sabato, mentre quell’immagine non mi lascia respiro.
Nel mio salotto campeggia già una mappa della terra di mezzo grande un metro per un metro.
Sarebbe folle. Sarebbe l’opera di un folle. Solo un pazzo farebbe ciò che io ho in mente….
Ma non resisto. Il mattino di Domenica mi vede già armato di pennelli e tempere acriliche.
Devo provare.
E lo faccio. Disegno una cartina geografica fantasy. Di un mondo che posso inventare io. All’interno di quelle macchie posso mettere ciò che voglio: catene montuose, laghi foreste, città, fortezze…
Perché no? Perché non fare una cosa folle???
Ecco la differenza. Una donna non avrebbe mai accettato di vedermi fare quello che ho fatto.
Per una donna il muro è bianco, in tinta unita, lindo, sano, rassicurante.
Per me è un mondo da inventare.
Certo, certo. Molte donne leggendo ciò griderebbero all’ingiuria per questa accusa così superficiale e generalizzata. Si, lo so.
Siete così dolcemente complicate che nessuno può sperare di capirvi.
Ma un fatto solo è inequivocabile, ed è quello che fa sbroccare le donne: il muro è mio e ci faccio il cazzo che voglio.
E se mai entrasse una donna e fosse entusiasmata dalla mia mappa, allora avremmo speranza di dialogo.
Chi mi prenderà per pazzo o per un maiale che si rotoli nella sua stessa merda avrà sicuramente tutta la mia stima, perché ciò corrisponde ad assoluta verità, ma sarà altrettanto superficiale e generalista.. e a me lontana, che tanto basta.
Io voglio che mi stia lontano tutto ciò che intralcia la mia fantasia..
E la mia pigrizia.
E i miei tempi.
Almeno tra le mura di casa
Perché in dieci anni avrei potuto farlo in OGNI momento… ma le cose non accadono quando gli uteri scampanellano o quando qualcuno lo abbia deciso. Le cose accadono quando accadono, se accadono e come accadono.
Magari la muffa si mangerà il mio mondo di fantasia, con il tempo…. E vincerà lei.
Ma mi sto divertendo. Divertirsi con un muro è quasi miracoloso.
Divertirmi da solo è quasi miracoloso.
Disegnare mondi, come essere piccoli dei isterici che si vendicano della propria impotenza.
E ogni sera coricarmi tra le stampe dei miei disegni e la mi mappa inventata.
Per me, d’ora in poi… i muri bianchi saranno solo possibilità. E’ cessata la loro linda funzione delimitante.
Puoi passare attraverso il muro…..

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