Siedo sul divano.
La mia mente è un incessante meccanismo sferragliante che non si concede mai riposo.
Eppure sento solo bisogno di quello.
Riposo.
Gli Watchman dal televisore mi rigurgitano addosso una saga di eroi caduti, di angeli cinici, di feccia intenta nel proteggere la merda. Eppure hanno potere. Alcuni di loro almeno.
Altri lo possedevano, come me.
No,sul divano nessun potere, non più. La corsa è finita, il ciclo è concluso.
Dopo tanto sudore e fiato corto, qualcosa si è fermato, se n’è andato con l’estate, e anche il suo ricordo comincia lentamente a svaporare.
Niente più corse, niente più fame, niente più da dimostrare a me stesso.
Squassato dai brividi mi accorgo che i termometri elettronici hanno un difetto di fondo, che i buoni vecchi vetri al mercurio non possedevano. La pila.
La pila si scarica, prima o poi.
Non saprò se io abbia la febbre o meno, il bastardo resta spento.
Il bastardo che misura la temperatura è finito, come il bastardo che desidera provarsela.
Due bastardi su di un divano da tre… c’è ancora posto.
Avrei avuto cose da fare, le avrei avute.
Ma le sto ignorando. Inespressivo ed immobile come un dipinto fremo sul divano. Non so se sia il tempo.
Non so se sia ciò che ho fatto, se siano le regioni per cui l’ho fatto, ma in qualche maniera la mia anima ne è rimasta lacera. Più che se avessi ucciso un uomo.
Sono diventato un mostro stupido e ignorante, preda dei proprii appetiti. Uno di quei mostri che ho sempre deriso.
Sarei diventato demone, se avessi potuto. Ma vestire la pelle gommosa e maleodorante di un ottuso troll è il colmo.
Che genere d’uomo posso mai essere?
Ascolto le voci pressanti di chi mi chiede preoccupato se io stia bene, se non stia impazzendo.
Un pazzo, che scrive sulla rete le bestialità teatrali con cui si droga, per non pensare alla vita.
Perché ogni singola droga serve per dimenticarsi della vita.
E visto il successo che hanno, il giudizio sulla vita non lo sto dando io.
Lo da il mondo intero.
L’unica differenza è che io non mento, anzi, dipingo.
Dipingo le frasi perché, a volte, il dipinto di un orrore è molto più incisivo di una foto dello stesso.
Quando si debba pensare a ciò che si veda, ricostruirlo all’interno, il messaggio penetra ogni barriera. C’è chi ha talento nel dipingere soli e campi di grano. C’è chi imbratta le tele solo di interiora ed ossa.
Sono un uomo preoccupante. Ma non da poco.
Da tanto, forse da sempre.
Avrei cose da fare, ma non voglio farle.
Perché fatalmente non mi importa più di nulla.
Da ormai quasi mille giorni terrestri non mi sono dato pace. Ogni attimo di solitudine, ogni momento di pausa, ogni panorama senza occasione mi sono sembrati sconfitte. Tempo perso.
Uccidi il tempo, pazzo?
Ma se è l’unica cosa che hai….
Non mi importa nemmeno di lui. E’ una stanchezza infinita, un dolore per ogni attimo di veglia.
Una richiesta d’oblio, per una volta unanime, di anima e corpo.
Hai sbagliato tutto, sapendo che niente può essere sbagliato. E questo è un pensiero ancora peggiore, perché almeno stare dalla parte del torto definirebbe una posizione.
Questo…. questo è altro.
E’ un turbine di sensi di colpa, di cose inadempiute e brandelli di cose fatte, di cose morte. E’stare sul divano, avere freddo, tanto freddo, sapendo che non è così bassa la temperatura. Mi chiedo se il meglio non sia già venuto, se abbia bevuto il calice dolce fino in fondo. Tanto dolce non è mai stato, ma quello amaro è veramente indicibile.
No, ho avuto altre pause, anche durante le corse. Le conosco.
Questa è altro. Questa non è una pausa.
E’ il segnale che il combustibile è finito, lo spirito chiama dalla sala macchine e manda cordialmente tutti a fare in culo. Il corpo si ferma, che lo voglia o meno.
Hammer, o come diavolo si chiama, è d’accordo con la mia teoria (o io con la sua, ma.. chissene..).
Il grande morbo che miete vittime e non si ferma parte all’interno di noi, da qualcosa che scava, come un tarlo rodente. Secondo i miei calcoli dovrei averne già tanti.
Poveri Watchman. I supereroi banditi dal mondo, nascosti, perseguiti da loro stessi, dall’ombra di un passato glorioso.
Io, credo che molti pensino cose del genere. Molti le scrivano meglio di me. Ma almeno a me devo scriverle io.
Per ricordarmi che una corsa non sempre porta più lontano, o in posto migliore. L’unica certezza di una corsa è il fiatone.
Striscerò nel letto, a chiedermi di nuovo quanti demoni travestiti da umani io abbia incontrato, e quanti ne abbia impersonati.
A volte le lame calano contemporaneamente, mentre affetti qualcuno altri ti affettano.
Non ho tempo per avere la febbre.
Non ho tempo per la depressione.
Non ho tempo per gettare la spugna e rimuginare.
Fanculo.
Me lo prendo.
Uccidetemi, abbandonatemi, torturatemi. Non mi alzo più da questo divano!
Anche mentre passeggio al vostro fianco, in realtà, io sono la…..
Mentre metto l’ultimo punto entra mia sorella.
Dice che alcune belle ragazze con cui è uscita mi aspettano di sotto, per salutarmi.
Le dico di salutarmele. Rimango con piagiama e Word.
E’ una scelta di campo. Anche non combattere è una scelta di campo.
Ciao Drago, era un po’ che non ti leggevo e ne sentivo la mancanza. Mi pare che sei su un buon punto… ma non fermartici troppo. Il tempo è tutto mio, diceva l’Idiota di Dostoevski… ma poi è il tempo che decide. Buona fortuna
Francesca-Bianconiglio
Remember:
12 e 24 Ottobre
alzati dal divano!
Potrebbe valerne la pena!
sempre il druido che passava prima